La Dia di Caltanissetta confisca beni per 15 milioni di euro all’imprenditore Rosario Marchese, vicino ai clan mafiosi della Stidda e dei Rinzivillo di Gela. Società sparse in tutta Italia, dalla Sicilia alla Lombardia, e persino un dipinto del XVII secolo del valore di 6 milioni di euro.
Il provvedimento emesso dalla Sezione Misure di prevenzione, su proposta del direttore della Dia, il generale di divisione Giuseppe Governale, ha interessato il patrimonio del 32enne di Caltagirone, ma residente a Brescia, agli arresti, per reati di mafia, nel carcere Opera di Milano, con l’aggravamento della misura della sorveglianza speciale per ulteriori due anni.
Gli accertamenti condotti nel 2018 hanno documentato il rapido incremento di ricchezza, e soprattutto la sua ascesa imprenditoriale, con la costituzione, nel nord Italia, di numerose società. La confisca, che segue il sequestro effettuato nel febbraio del 2019, ha interessato ben 11 società e 2 ditte individuali con sedi a Brescia, Bergamo, Milano, Torino, Verona, Roma e Gela, attive nella consulenza amministrativa, finanziaria e aziendale, della sponsorizzazione di eventi e del marketing sportivo, del noleggio di autovetture e mezzi di trasporto marittimi ed aerei, del commercio all’ingrosso e al dettaglio di prodotti petroliferi, di studi medici specialistici, della fabbricazione di apparecchiature per illuminazione e della gestione di bar.
E ancora un dipinto del XVII secolo, del valore di circa sei milioni di euro; una holding con uffici a Milano in via Montenapoleone; una società di noleggio che gestisce, presso la struttura aeroportuale del Catullo di Verona, una flotta di vetture di lusso; una società con sede a Roma, che sponsorizza e partecipa a prestigiosi campionati di auto da competizione; 5 beni immobili e 50 rapporti bancari.
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