Bimbo morto in un pozzo a Gorizia, aperto un fascicolo d'inchiesta: ipotesi funerali all'aperto
"Abbiamo aperto un fascicolo di indagine, a carico di ignoti, per l’ipotesi di reato di omicidio colposo". Lo ha riferito all’Ansa la sostituta procuratrice di Gorizia Laura Collini, in merito alla morte del bimbo caduto ieri in un pozzo nel parco Coronini Cronberg mentre partecipava ad un centro estivo. L’inchiesta è stata affidata al magistrato Ilaria Iozzi, che sta sentendo tutte le persone coinvolte, sia del centro estivo sia della Fondazione che gestisce la struttura e si occupa della manutenzione. "L'attività richiederà tempo e anche strumenti adeguati, essendo coinvolti bambini che dovranno essere sentiti con modalità protette e adatte alla loro delicata situazione, che va oltremodo tutelata - ha ricordato Collini - l’area del pozzo resta sotto sequestro". Villa Coronini Cronberg resterà chiusa per almeno una settimana. "La decisione - ha spiegato il sindaco che è anche presidente della fondazione che gestisce la struttura - è maturata sia per permettere le indagini e i rilievi degli investigatori, senza che ci siano addetti o pubblico nelle immediate vicinanze, sia per svolgere un sopralluogo in tutto l’ambito della villa, alla luce di quanto accaduto ieri. Ziberna stamani ha anche preso contatti con l’Azienda Sanitaria per garantire un supporto psicologico a bambini e adulti coinvolti nella dolorosa vicenda". "Stiamo ragionando con la Curia, purché la famiglia sia d’accordo", sull'eventualità di "celebrare i funerali di Stefano in un ampio spazio all’aperto, per consentire la presenza di persone nel rispetto delle prescrizioni contro il Coronavirus", ha poi aggiunto Ziberna. "Una richiesta che sottoporremo ai genitori - ricordano Ziberna - perché siamo stati subissati da appelli in tal senso da parte della comunità. Con le restrizioni attuali, la cerimonia funebre sarebbe riservata a poche persone, mentre la gente di Gorizia chiede di dare il suo saluto a Stefano sfruttando uno spazio aperto dove stare assieme senza rischi di contagio". Prosegue invece l’attività del centro estivo, promosso dalle parrocchie di Gorizia. L’Equipe di «Estate tutti insieme», in un post pubblicato ieri sera sulla pagina fb del settimanale diocesano "Voce isontina», si rivolge alle famiglie «spiegando anche perché domani (oggi, ndr) i Centri estivi ricorderanno Stefano non fermando le proprie attività». «Cari genitori, educatori e ragazzi - si legge nel post - vi raggiungiamo per affrontare insieme questa situazione di grande sofferenza e sgomento. L’attività estiva è stata interrotta da un gravissimo incidente e il dolore ci spingerebbe quasi naturalmente a sospendere già da domani le attività ricreative in Gorizia". Tuttavia, "proprio in un momento di lutto e prova vale la pena di permettere ai ragazzi di vivere insieme e condividere sentimenti, emozioni, domande che sorgono dal cuore. Per noi è importante che i ragazzi non siano lasciati soli e abbandonati in questo momento: vorremmo come comunità cristiana far intuire che nel dolore c'è qualcuno che si fa vicino". E dopo la tragedia emerge anche il profilo di Stefano, un bimbo dal cuore grande. Aveva infatti rinunciato a segnare un gol per assistere il portiere avversario che si era infortunato. Per questo lo scorso dicembre aveva ricevuto un riconoscimento per il fair play dello sport. A raccontare l'episodio è «Il Piccolo». Stefano ricopriva il ruolo di attaccante nella squadra Esordienti di un team goriziano, l’U.S. Azzurra. A essere premiato con lui, nell’ambito della manifestazione «Le eccellenze dello sport», organizzata da Associazione Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia, Stelle al merito dello Sport del Coni e Panathlon International Club, era stato anche compagno di squadra. L’anno scorso i due ragazzi si erano meritati il riconoscimento perché in una gara disputata contro i monfalconesi dell’Aris San Polo avevano rinunciato a segnare un gol per soccorrere il portiere avversario che era rimasto a terra per un infortunio.