Si allarga a tutta Italia, con nuove perquisizioni domiciliari nei confronti di otto persone in quattro regioni, l’indagine della Procura di Bari sulla pirateria digitale per la diffusione illecita attraverso canali Telegram di migliaia di pdf di giornali, e-book di romanzi e testi universitari.
In quattro mesi la Guardia di finanza, coordinata dal procuratore vicario di Bari Roberto Rossi, ha progressivamente sequestrato e bloccato 300 canali Telegram e perquisito complessivamente dieci persone, quattro delle quali indagate a vario titolo per riciclaggio, ricettazione, accesso abusivo ad un
sistema informatico o telematico, furto e violazione della legge sul diritto d’autore. Oggi sono state eseguite ulteriori otto perquisizioni domiciliari nei confronti di due persone indagate, perché ritenute gestori di alcuni dei canali sui quali venivano diffusi i file pirata, e di altre sei la cui posizione sarà
valutata dopo gli accertamenti tecnici su pc, smartphone e tablet sottoposti a sequestro.
Tra queste ci sono un ingegnere, il responsabile amministrativo di un ospedale, studenti universitari e impiegati di aziende private, risultati intestatari di regolari contratti di abbonamento con le versioni digitali dei giornali. Stando alle verifiche della Gdf barese, scaricavano le loro copie che poi però venivano illecitamente diffuse su Telegram. L’inchiesta dovrà accertare a quale titolo i loro file finivano su quei canali.
L’indagine, avviata ad aprile dopo la denuncia di Fieg e Agcom per una frode con danni al solo settore dell’editoria stimati in circa 670 mila euro al giorno (250 milioni di euro all’anno), si è sviluppata con approfondimenti finanziari
elettronici incentrati sull'esame delle tracce telematiche lasciate dagli amministratori dei canali illeciti. Così gli investigatori hanno individuato l’origine delle operazioni digitali truffaldine che li hanno condotti nei mesi scorsi a Dubai (dove ha sede la società), poi in Veneto e Sicilia e oggi a casa di insospettabili hacker in Puglia, Campania, Marche e Lazio.
"Sebbene Telegram tuteli l’anonimato dei propri utenti -spiega la Procura di Bari - , gli investigatori sono stati comunque in grado di identificare allo stato otto soggetti, tutti di nazionalità italiana, che a vario titolo sono risultati
coinvolti nella distribuzione illecita di copie digitali di quotidiani, riviste e e-book». L’esito delle indagini è stato possibile anche grazie alla collaborazione di alcune testate giornalistiche. L’obiettivo dell’inchiesta, ancora in corso, «è
volta allo smantellamento di una delle principali modalità di distribuzione illecita dei contenuti sulle reti telematiche - dicono gli inquirenti - e, in particolare, sulla piattaforma di messaggistica istantanea Telegram, ultima frontiera della pirateria multimediale».
E il Presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, ha espresso il «più profondo apprezzamento per gli ulteriori risultati di contrasto alla pirateria digitale
conseguiti nell’ambito dell’indagine coordinata dal Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica di Bari, Roberto Rossi, e condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari: un segnale importante di sensibilità per il settore dell’editoria. Un impegno concreto nell’attività di protezione
del diritto d’autore».
Caricamento commenti
Commenta la notizia