Lunedì 23 Dicembre 2024

Omicidio Sarah Scazzi, il libro sulla 15enne di Avetrana diventa una serie tv

L'omicidio di Sarah Scazzi al centro di una serie tv e un documentario. Dopo dieci anni dalla morte della 15enne di Avetrana e dal processo a carico dello zio Michele Misseri, della zia Cosima Serrano e della cugina Sabrina Misseri - entrambe condannate all'ergastolo - verranno realizzate due produzioni, una serie televisiva con la regia di Pippo Mezzapesa e un documentario diretto da Christian Letruria e scritto da Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni. Entrambi i progetti saranno prodotti da Matteo Rovere per Groenlandia (Smetto Quando Vogliosaga, Moglie e Marito, Il PrimoRe, Croce e Delizia, Il Campione). La produzione ha acquisito i diritti per sviluppare il progetto dal libro "Sarah - La ragazza di Avetrana" firmato da Piccinni e Gazzanni che, pubblicato da Fandango Libri a fine luglio, è già alla seconda ristampa e ha riportato al centro dell’opinione pubblica il caso con inquietanti rivelazioni. Nel libro, con materiali inediti, anche una lettera che Misseri ha scritto dal carcere alla Piccinni e Gazzanni in cui ribadisce la sua colpevolezza e racconta la sua infanzia. Commesso ad Avetrana, in provincia di Taranto, il 26 agosto 2010, il caso oggi non può dirsi ancora del tutto risolto. È il 26 agosto del 2010 quando Sarah esce di casa per non farvi più ritorno. La denuncia della scomparsa da parte della famiglia finisce in tragedia dopo quarantadue giorni di ricerche. Intanto Avetrana si trasforma in un set a cielo aperto e il caso diventa a tutti gli effetti il primo reality show dell’orrore italiano, la cui svolta è la rivelazione in diretta televisiva a Concetta Serrano della sorte della figlia. A confessare è Michele Misseri, zio della ragazza. La verità giudiziaria, però, indica come colpevoli del crimine la zia e la cugina di Sarah, Cosima Serrano e Sabrina Misseri. Le due, nonostante negli anni abbiano continuato a dichiararsi innocenti, vengono condannate all’ergastolo. Intanto Michele Misseri continua a dirsi l’unico colpevole.

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