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Coronavirus: Calabria con l'Rt più alto d'Italia, cala quello della Sicilia

Si conferma un aumento nei nuovi casi di Coronavirus segnalati in Italia per la quarta settimana consecutiva, con una incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni (periodo 10/8-23/8) di 14.93 per 100 000 abitanti, in aumento dal periodo 6/7-19/7 e simile ai livelli osservati all’inizio di giugno. A livello regionale l'Rt della Sicilia scende a 0.68 mentre quello della Calabria balza a 1.26. Lo sottolinea il report settimanale di monitoraggio redatto da ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità.

La maggior parte dei casi continua ad essere contratta sul territorio nazionale (risultano importati da stato estero il 20,8% dei nuovi casi diagnosticati nella settimana di monitoraggio) tuttavia «si osserva rispetto alla settimana precedente un aumento di casi importati da altra Regione/PA (dal 2,3% nella precedente settimana di monitoraggio al 15,7% nella settimana corrente)».

Inoltre in Italia, come in Europa e globalmente, «si è verificata una transizione epidemiologica dell’epidemia da SARS-CoV-2 con un forte abbassamento dell’età mediana della popolazione che contrae l’infezione». L’età mediana dei casi diagnosticati nell’ultima settimana «è di 29 anni, confermando un trend in diminuzione». La circolazione, si legge nel report, «avviene oggi con maggiore frequenza nelle fasce di età più giovani, in un contesto di avanzata riapertura delle attività commerciali (inclusi luoghi di aggregazione) e di aumentata mobilità.

Si riscontra un cambiamento nelle dinamiche di trasmissione (con emergenza di casi e focolai associati ad attività ricreative sia sul territorio nazionale che all’estero) ed una minore gravità clinica dei casi diagnosticati che, nella maggior parte dei casi, sono asintomatici».

L’indice di trasmissione nazionale (Rt) calcolato sui casi sintomatici e riferito al periodo 6-19 agosto 2020, è pari a 0.75 (0.52 - 1.24). Questo indica «che, al netto dei casi asintomatici identificati attraverso attività di screening/tracciamento dei contatti e dei casi importati da stato estero (categorie non mutuamente esclusive), vi è stata una lieve diminuzione del numero di casi sintomatici contratti localmente e diagnosticati nel nostro paese».

Tuttavia, spiegano gli esperti, bisogna «interpretare con cautela l’indice di trasmissione nazionale in questo particolare momento dell’epidemia. Infatti Rt calcolato sui casi sintomatici, pur rimanendo l’indicatore più affidabile a livello regionale e confrontabile nel tempo per il monitoraggio della trasmissibilità, potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale. Pertanto l’Rt nazionale deve essere sempre interpretato tenendo anche in considerazione il dato di incidenza».

Nell’ultima settimana il 36% dei nuovi casi diagnosticati in Italia è stato identificato tramite attività di screening, mentre il 32% nell’ambito di attività di contact tracing. I rimanenti casi sono stati identificati in quanto sintomatici, il 27% del totale, o non è riportata la ragione dell’accertamento diagnostico (5%). Quindi, complessivamente, il 68% dei nuovi casi sono stati diagnosticati grazie alla intensa attività di screening e alla indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti.

Emerge inoltre che 16 regioni «hanno riportato un aumento nel numero di casi diagnosticati rispetto alla settimana precedente (flusso ISS) che non può essere attribuito unicamente ad un aumento di casi importati da stato estero. Sebbene il numero di nuovi casi in molte Regioni/PA rimanga contenuto, in altre realtà regionali continuano ad essere segnalati un numero elevato di nuovi casi e si osserva un diffuso trend in aumento».

Questo, sottolineano gli esperti, «deve invitare alla cautela in quanto denota che in alcune parti del Paese la circolazione di SARS-CoV-2 è ancora rilevante». In ogni caso, sebbene sia segnalato, in alcune Regioni, un aumento nel numero di ospedalizzazioni, «in nessuna delle regioni sono stati identificati segnali di sovraccarico dei servizi sanitari assistenziali. Tuttavia, si conferma l’importante e crescente impegno dei servizi territoriali (Dipartimenti di Prevenzione) per far sì che i focolai presenti siano prontamente identificati ed indagati».

Nella settimana di monitoraggio infatti sono stati riportati complessivamente 1374 focolai attivi di cui 490 nuovi, entrambi in aumento per la quarta settimana consecutiva (nella precedente settimana di monitoraggio erano stati segnalati 1077 focolai attivi di cui 281 nuovi). «Questo comporta un sempre maggiore impegno dei servizi territoriali nelle attività di ricerca dei contatti. I servizi territoriali sono riusciti finora a contenere la trasmissione locale del virus ma - avverte il report - qualora dovesse persistere l’attuale trend di incidenza in aumento, le capacità di risposta di questi servizi potrebbero essere messe a dura prova».

Ecco l’indice Rt Regione per Regione (media 14 giorni) secondo l’elaborazione contenuta nel monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità e del ministero della Salute per la settimana dal 17 al 23 agosto.

Abruzzo 0.8
Basilicata 0
Calabria 1.26
Campania 1.06
E-R 0.53
F.V.Giulia 0.78
Lazio 0.42
Liguria 1.11
Lombardia 0.52
Marche 0.56
Molise 0.16
PA Bolzano 0.49
Piemonte 0.75
PA Trento 0.24
Puglia 0.72
Sardegna 1.1
Sicilia 0.68
Toscana 0.83
Umbria 1.24
Valle d’Aosta 0.75
Veneto 0.84

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