Venerdì 22 Novembre 2024

Napoli, ha una relazione con un trans: il fratello la sperona e lei muore cadendo dalla moto

È stata inseguita e speronata dal fratello per una relazione lgbt, è caduta dallo scooter ed è morta. A bordo c'era anche un transgender con cui aveva una relazione: Cira che però ha scelto di farsi chiamare Ciro. È questa l'origine dell'incidente avvenuto nel Napoletano, secondo quanto riportano oggi organi di stampa, nel quale è deceduta Maria Paola Gaglione, 22 anni, mentre il compagno è rimasto ferito e, ancora sanguinante per terra, è stato anche picchiato dal fratello della vittima, Antonio Gaglione, 25 anni, fermato dai carabinieri. I due l'altro ieri sera erano in viaggio da Caivano ad Acerra quando sono stati raggiunti dal giovane, anch'egli a bordo di uno scooter, che ha tamponato con violenza il mezzo provocando la caduta dei due occupanti il mezzo. Maria Paola è morta all'istante mentre il compagno è ferito; ancora a terra è stato picchiato dal ragazzo che gli ha rivolto l'accusa di aver plagiato la sorella.  E' stato portato in una clinica della zona, le sue condizioni non sono gravi. "Volevo darle una lezione, non ucciderla. Ma era stata infettata", ha detto ai carabinieri, secondo quanto riferito, Antonio Gaglione, fermato per la morte della sorella. Inizialmente rispondeva di lesioni personali, morte come conseguenza di un altro delitto e violenza privata, ma la sua posizione si è aggravata ed è finito in cella per omicidio preterintenzionale e violenza privata aggravata dall'omofobia. Il giovane ha inseguito la sorella e il compagno trans per parecchi minuti, cercando con i calci di farli cadere dallo scooter in corsa, poi in una curva, il mezzo con a bordo i due, colpito dalla furia del giovane, ha perso aderenza finendo fuori strada; Maria Paola è finita su un tubo per l'irrigazione, che le ha tranciato la gola, l'amico, che da un po' di tempo si fa chiamare Ciro, è stato più fortunato perché è finito sul selciato senza però sbattere contro alcun ostacolo, ed è ora ricoverato in ospedale. Sono questi, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, gli ultimi attimi di vita della giovane morta nella notte tra venerdì e sabato; il fratello, disoccupato, residente al Parco Verde di Caivano (Napoli), dopo aver speronato i due e averli fatti uscire fuori strada, si è anche fiondato su Ciro pestandolo, mentre la sorella era ormai morta, è stato arrestato poco dopo. "La storia di Maria Paola è molto triste, non ci ho dormito. Ho battezzato lei e il fratello Michele Antonio, quest'ultimo l'ho anche sposato qualche anno fa. Non credo volesse davvero uccidere la sorella, forse voleva darle una lezione, saranno le indagini a stabilirlo; di certo non era preparato culturalmente a vivere la relazione della sorella con un'altra donna". Don Maurizio Patriciello, parroco al Parco Verde di Caivano (Napoli), conosceva sia la famiglia Gaglione che quella della compagna di Maria Paola, Cira, che però ha scelto di farsi chiamare Ciro; entrambe le famiglie risiedono al Parco Verde di Caivano, complesso residenziale tra i più degradati dell'hinterland napoletano, divenuto noto qualche anno fa per le vicende di pedofilia che coinvolsero la piccola Fortuna Loffredo, tanto da meritarsi l'appellativo di "Parco degli Orrori". Secondo Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, "quanto accaduto, dimostra quanto siano duri i contesti che da tempo denunciamo con il nostro numero verde Gay Help Line 800 713 713 - dichiara Marrazzo, Responsabile Gay Help Line - per questo serve una legge seria contro l'omotransfobia, che prevenga situazioni di questi tipo e che senza dubbi condanni le dichiarazioni che vedono l'omosessualità come una malattia o qualcosa di inferiore, mentre l'emendamento "Salva Opinioni Omofobe", voluto da Costa (ex FI) ed approvato dalla maggioranza, renderebbe queste espressioni lecite. Espressioni e pregiudizi per i quali Paola è stata uccisa. Questo emendamento va cambiato e vanno resi certi i supporti per i centri di protezione, da noi richiesto e previsti dalla legge contro l'omotransfobia, che potevano garantire una protezione e la libertà a Paola ed alla compagna, che ora la commissione bilancio sembra che li voglia ulteriormente limitare." "Chiediamo giustizia per Paola, il colpevole non è solo il fratello, ma anche gli altri familiari che la hanno maltrattata ed hanno consentito quanto accaduto senza proteggerla e senza denunciare", conclude Marrazzo.

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