Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella presenzierà oggi pomeriggio al Palazzo di Giustizia di Palermo al seminario sul tema "Deontologia e professionalità del magistrato. Un binomio indissolubile" dedicato alla memoria di Rosario Livatino nel trentennale del barbaro omicidio, organizzato dall'Anm e dalla sede territoriale di Palermo della Scuola Superiore della Magistratura.
Prima dell'inizio dei lavori il capo dello Stato farà una breve visita sempre all'interno del palazzo al "Museo Falcone-Borsellino", gestito dall'Anm Palermo con la collaborazione della Fondazione Progetto Legalità onlus presieduta dall'ex magistrato Leonardo Agueci, che "racconta" gli anni più intensi vissuti dal pool antimafia e il lavoro di Falcone e Borsellino.
Interverranno al seminario don Giuseppe Livatino, postulatore diocesano della causa di canonizzazione di Rosario Livatino; Gaetano Silvestri, presidente emerito della Corte Costituzionale; Margherita Cassano, primo presidente aggiunto della Corte di Cassazione; e Guido Raimondi, presidente di sezione della Corte di Cassazione e già presidente della Corte Europea dei diritti dell'uomo. I lavori saranno moderati dal giornalista Felice Cavallaro.
Questa mattina, alle 10,30 nella chiesa San Domenico di Canicattì, l'arcivescovo coadiutore di Agrigento monsignor Alessandro Damiano presiederà la funzione religiosa cui seguirà a mezzogiorno in contrada San Benedetto l'omaggio floreale alla stele del giudice ucciso dalla mafia.
Persone:
2 Commenti
Paolo sorrenti
21/09/2020 15:19
Livatino, un martire moderno contro l'antica barbarie.
Francesco Lago
21/09/2020 21:49
L'atmosfera di rivincita della mafia discende dalla rimonta sensazionale dell'oligarchismo: il deficit di democrazia non solo economica, la riaffermata dicotomia tra individui e gruppi potenti e quelli che tali non sono fa risalire alle stelle il corso "azionario" della mafia sul mercato sociale. Non dimentichiamo che essa incarna - ormai senza distinzioni con le altre società segrete - un'aberrante pretesa atavica di una lega dei notabili cui vada il governo morale (sic!) della comunità, questa disuguale per censo ma anche per natura come dimostrerebbero più d'ogni altra cosa la disparità di talenti e di fortune, vero stipite ideologico dei mafiosi il cui rovescio è il massacro di egualitaristi e legalitari, additati come negatori di un sistema ovvio e inconfutabile prima che nemici. E' in questo quadro - tutt'altro che superato, generale e non solo affetto dal passatismo grinzoso del centro Sicilia - che si pose il contrasto interno anche alla Magistratura, proditorio lasciapassare dell'uccisione seriale che tolse di mezzo tra gli altri Rosario Livatino. È il momento più di prima - pertanto - che le bandiere d'ogni colore, semmai sono neutrali, si uniscano come nel grido "rivolta popolare contro le mafie"!