In arrivo negli studi dei medici di famiglia la strumentazione per la diagnostica «per consentire una più efficace presa in carico degli assistiti, riducendo la pressione sui presidi ospedalieri e sulle strutture sanitarie e limitando, di conseguenza, le occasioni di esposizione al rischio di contagio». È quanto si legge nell’Atto di indirizzo per la medicina convenzionata per il rafforzamento delle attività territoriali di diagnostica di primo livello e di prevenzione della trasmissione di SARS-Cov-2» in previsione del Tavolo Stato-Regioni , sindacati e medici di lunedì prossimo che l'Ansa ha potuto leggere.
Saranno le Regioni a distribuire ai medici di base, ai pediatri e alle Case della salute
attrezzature come ecografi, elettrocardiografi, spirometri. L'Atto di indirizzo indica «l'individuazione delle modalità di utilizzo delle stesse preferibilmente all’interno di percorsi di presa in carico per i soggetti affetti da patologie croniche, evitando una remunerazione a prestazione ma ricomprendendo l'eventuale riconoscimento economico per il maggior impegno nell’ambito di progettualità definite dalle regioni per la presa in carico dei soggetti più fragili».
La formazione sarà «in carico ai professionisti ai quali vengono assegnate le attrezzature sanitarie. Tale attività, da definirsi all’interno di accordi regionali, andrà sviluppata dalle singole regioni». Si prevede infine «che la copertura economica dei costi relativi alla gestione delle attrezzature (per esempio, manutenzione, sostituzione, materiale di consumo, assistenza, assicurazione) sia a carico dei medici destinatari dell’attrezzatura».
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