La regola per partecipare alle feste che dava era lasciare il cellulare all'ingresso perché nulla trapelasse di quel che accadeva nel lussuoso appartamento con vista sul Duomo di Milano noto come Terrazza Sentimento.
E proprio lì, circa un mese fa, lui, il padrone di casa, in una stanza di quell'attico a 5 stelle, ora sotto sequestro, ha stuprato una ragazza da poco maggiorenne dopo averla stordita al punto da renderla incosciente con un mix di cocaina rosa e ketamina.
Sono pesanti le accuse formulate nei confronti di Alberto Genovese, l'ex Ceo di Facile.it, che ha ceduto nel 2014, e ora numero uno di Prima Assicurazioni, fermato nella notte tra venerdì e sabato. L'imprenditore 43enne, originario di Napoli, risponde di violenza sessuale aggravata, detenzione e cessione di stupefacente, sequestro di persona e lesioni per quella serata - una quindicina di ospiti - dello scorso 10 ottobre.
Una serata che per la giovane si è trasformata in un brutto sogno dal quale si è risvegliata il giorno dopo sotto choc, dolorante e con i segni sul corpo al punto che al cento per le violenze sessuali della Clinica Mangiagalli le hanno dato 25 giorni di prognosi. Inoltre ha sporto denuncia facendo partire immediatamente le indagini della Squadra Mobile coordinate dal Procuratore aggiunto Letizia Mannella e dal pm Rosaria Stagnare che hanno portato a San Vittore l'uomo per il pericolo di fuga.
Aveva intenzione di fuggire con il suo jet privato, come risulta da una intercettazione telefonica, e raggiungere il Sudamerica. Stamane davanti al gip Tommaso Perna, chiamato a decidere se convalidare il fermo e accogliere la richiesta di custodia in carcere avanzata dai pm oppure disporre, come ha chiesto la difesa, i domiciliari o dalla madre o dalla compagna. Genovese, non ha risposto alle domande ma ha reso dichiarazioni spontanee.
"Chiedo di disintossicarmi perché da quattro anni sono dipendente dalla cocaina. - ha spiegato -. Quando sono sotto gli effetti della droga non riesco a controllarmi e non capisco più quale sia il confine tra ciò che è legale e ciò che è illegale. Ho bisogno di curarmi".
Secondo gli accertamenti di inquirenti e investigatori che si fondano anche sulle immagini delle telecamere di sorveglianza piazzate in ogni stanza dell'abitazione, compresa quella dove è avvenuto lo stupro - immagini recuperate dalla polizia scientifica dopo che l'imprenditore aveva chiesto a un tecnico di cancellarle - si sarebbe trattato di atti violenti commessi abusando pure della inferiorità psicologica della ragazza la quale, quando è stata sentita, ha spiegato che i suoi ricordi della serata ad un certo punto si sono interrotti.
Dalla ricostruzione, la 18enne, resa incosciente, è stata costretta dal 43enne a subire ripetuti abusi per ore ed ore in una stanza a cui un bodyguard impediva l'accesso, anche all'amica che chiedeva di lei.. Solo il giorno dopo sarebbe riuscita a riprendersi e a dare l'allarme con il cellulare le l'imprenditore le aveva riconsegnato. Dopo di che sarebbe scappata in strada, semi svestita e addirittura senza una scarpa, per chiedere aiuto.
Alcuni testi hanno messo a verbale che il 'party' al centro dell'inchiesta della Procura non era l'unico organizzato in quell'attico e che l'imprenditore, tra l'altro, offriva agli ospiti lo 'sballo' con anche la cosiddetta cocaina rosa e altre droghe. Sostanze stupefacenti dello stesso tipo sono state rinvenute sia nell'appartamento dello stupro di cui ci sono i filmati - qui sono state raccolte anche tracce della giovane vittima - sia in quello dove due notti fa è stato rintracciato. Nei giorni scorsi un'altra ragazza ha preso il coraggio e si è presentata dai magistrati per raccontare di essere stata pure lei vittima di Genovese: sarebbe stata violentata a Ibiza la scorsa estate, quando era in vacanza, con le stesse modalità. Le indagini vanno avanti.
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