Sempre più al limite la situazione delle terapie intensive in Italia: superata ormai da giorni la soglia di rischio del 30% a livello nazionale, che secondo i dati del monitoraggio Agenas, aggiornati a ieri sera, è arrivata al 36%. Oltre un letto in rianimazione su tre è occupato da malati Covid. Ancora più preoccupante il quadro se si osservano i dati regionali: 12 regioni sono sopra la soglia critica, con tassi di occupazione delle terapie intensive che arrivano al 60% in provincia di Bolzano, al 58% in Umbria, al 54% in Piemonte. Numeri che rendono molto difficile, per non dire impossibile, garantire cure adeguate per le altre patologie.
Sopra la soglia di rischio, e di molto, anche la Lombardia (53%), la Val d’Aosta (50%), la Toscana (45%), la Liguria (44%), le Marche (43%). Più vicine alla media nazionale, anche se sempre oltre il limite, provincia di Trento (36%), Emilia Romagna (36%), Sardegna (34%), Campania (32%). Rimangono sotto la soglia critica Abruzzo (28%), Basilicata (28%), Puglia (28%), Friuli Venezia Giulia (26%), Sicilia (26%), Lazio (24%), Molise (21%), Veneto (20%) e Calabria (13%).
In particolare le regioni che superano la metà dei posti occupati da casi Covid sono ormai al limite della capienza: la provincia di Bolzano, ad esempio, in termini assoluti ha 68 posti letto per i casi gravi. Di questi, 41 sono occupati da malati Covid. In Umbria ne sono occupati 64 su 111, in Piemonte 312 su 577. Anche la Lombardia, pur avendo il numero più alto di posti di terapia intensiva disponibili, 1.274, ormai è in una fascia ad alto rischio con 670 ricoverati Covid in rianimazione.
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