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Coronavirus, gli ospedali di Calabria e Sicilia prossimi alla soglia critica

Nino Cartabellotta, presidente Gimbe

Il virus è fuori controllo. La sua corsa sfugge a un sistema di monitoraggio che lo ha perso di vista. E le scelte del governo rischiano di non essere idonee al contenimento dell’emergenza. Un allarme che Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ha messo nero su bianco nel corso dell’audizione davanti alla Commissione Affari sociali della Camera.

Dalla limitata tempestività (dovuta ai tempi di consolidamento dei dati e ai crescenti ritardi di notifica da parte delle Regioni) che spinge il morbo lungo un crinale fertile, alla qualità e completezza dei dati regionali, dalla complessità tecnica al peso eccessivo attribuito all’indice di contagiosità Rt. Elementi che hanno determinato l’incremento di oltre il 40% dei casi attualmente positivi in Italia (con l’1% della popolazione totale che risulta contagiata).

Una cifra esagerata che riverbera la sua luce oscura sul numero dei pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva, con ospedali sempre più vicini alla saturazione, oltre che sul numero di decessi, che nell’ultima settimana hanno superato quota 2.900 (esattamente 2.918 con un incremento stimato in +70,4%).

Riflettori accessi sui tassi di occupazione ospedaliera: in 11 regioni è stata superata la soglia di saturazione del 40% dei posti letto in area medica e in altre 11 quella del 30% per le terapie intensive. Barcollano ma restano ancora in piedi, almeno secondo i dati trasmessi a Roma, Calabria (35% area medica e 16% terapia intensiva) e Sicilia (34% area medica e 27% terapia intensiva). Le soglie critiche (40% area medica e 30% terapia intensiva) sono ormai prossime.

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