"La curva sta rallentando e tra poco comincerà a scendere di nuovo ma si allungherà nel tempo, rispetto a quella della prima ondata in quanto abbiamo più casi, diffusi sull'intero territorio nazionale, diagnosticati anche molto meglio, grazie ad una attività di test in continua crescita. E non ci dimentichiamo che siamo appena all'inizio della stagione invernale". Lo afferma Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell'Oms, in un'intervista al Corriere della Sera. "L'Italia ha messo in piedi un monitoraggio molto articolato, basato su indicatori complessi, alimentati dal flusso di informazioni che le Regioni trasmettono a una cabina di regia formata dal ministero della Salute, dall'Istituto Superiore di sanità e dalle stesse Regioni. Un meccanismo analitico che non tutte le organizzazioni sanitarie possono permettersi", osserva Guerra, secondo cui il meccanismo non è farraginoso. "Alle Regioni vengono richiesti dati ordinari, ma di qualità e inviati tempestivamente. Il problema è che la comunicazione in questo momento iniziale ha cadenza settimanale. Per essere ancora più efficace, la frequenza di invio e analisi dei dati dovrebbe essere più elevata, almeno due volte alla settimana", spiega Guerra. "Le Regioni che non riescono a fornire i dati nei tempi giusti vengono assegnate automaticamente a una zona critica. A mio parere, anziché metterle in chiusura immediata, sarebbe più opportuno aiutarle". Per Guerra "bene che vada sarà un Natale sobrio, anche se i numeri dell'epidemia migliorassero. Sarebbe un grosso errore lasciarsi andare, come è avvenuto in estate", avverte. "Il quadro è molto chiaro. Il virus si trasmette grazie ai contatti interumani. O li limitiamo spontaneamente con il senso di responsabilità a cui continuiamo a fare appello, oppure ci dovranno essere chiusure imposte con le conseguenze economiche e sociali che ormai conosciamo bene. Una scorciatoia non esiste".