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Censis: rischio generazione zero figli. Inps: 2mila euro di "bonus" a un quarto degli italiani

Nel 2014-19 saldo nascite-decessi tocca record negativo

«Nel 2019 i nati in Italia sono stati 420.170: 148.687 in meno rispetto al 2009, il 26,1% in meno. Gli italiani fanno sempre meno figli. L’esito è un inverno demografico che sta progressivamente rimpicciolendo il Paese». E' quanto emerge dal 54.mo Rapporto Censis. «Nel quinquennio 2014-2019 si registra oltre mezzo milione di abitanti in meno e il saldo naturale tra nascite e decessi nel 2019 ha raggiunto il record negativo di -214.000 unità (era -96.000 cinque anni prima)», si legge nel rapporto, in cui si sottolinea come «per le madri diventare genitore significa dover sacrificare la propria realizzazione individuale, specialmente a livello professionale: il tasso di occupazione delle madri 25-54enni è pari al 57%, quello dei padri 25-54enni è dell’89,3%».

Vola la liquidità dele famiglie

«Rispetto al dicembre 2019, nel giugno 2020 la liquidità delle famiglie (contante e depositi a vista) nel portafoglio finanziario degli italiani ha registrato un incremento di ben 41,6 miliardi di euro (+3,9% in 6 mesi) e ora supera i 1.000 miliardi». Questa «corsa alla liquidità è evidente nel parallelo crollo delle risorse riversate in azioni (-6,8%), obbligazioni (-4,6%), fondi comuni (-5%). Il 66% degli italiani si tiene così pronto a nuove emergenze adottando comportamenti cautelativi: mettere i soldi da parte ed evitare di contrarre debiti».

26 mld euro di bonus, 2mila euro a 1/4 italiani

«A ottobre i sussidi erogati dall’Inps coinvolgevano una platea di oltre 14 milioni di beneficiari, con una spesa superiore a 26 miliardi di euro. È come se a un quarto della popolazione italiana fossero stati trasferiti in media quasi 2.000 euro a testa».  «La valutazione positiva dei bonus è molto alta tra i giovani (83,9%), più che tra gli anziani (65,7%). Per questi ultimi è un meccanismo che può generare dipendenza (25,1%) e rischia di mandare fuori controllo il debito (18,1%). Ma solo per il 17,6% dei titolari di impresa basteranno a contrastare le conseguenze economiche dell’emergenza».

Sanità arrivata fragile ad appuntamento con Covid

«Il Servizio sanitario nazionale si è presentato all’appuntamento con l’emergenza del Covid-19 piuttosto fragile. Non solo perché ha scontato una impreparazione sistemica rispetto alla prevenzione delle epidemie, ma anche perché nel tempo è stato minato nelle sue basi economiche e umane». Lo evidenzia il 54.mo Rapporto Censis, evidenziando come l’impegno pubblico nella sanità sia «inferiore rispetto a quello di altri Paesi europei». Inoltre, «al razionamento delle risorse economiche si aggiunge il mancato ricambio generazionale di medici e infermieri».

Il 73,4% degli italiani ha paura del futuro

Il 73,4% degli italiani indica nella paura dell’ignoto e nell’ansia conseguente il sentimento prevalente. Che porta alla dicotomia ultimativa: "meglio sudditi che morti". E' quanto emerge dal 54º rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese presentato questa mattina. La tensione securizzatrice ha prodotto una relazionalità amputata e un crollo verticale del "Pil della socialità", mettono nero su bianco dal Censis e lo Stato è il salvagente a cui aggrapparsi nel massimo pericolo. Il 57,8% degli italiani è disposto a rinunciare alle libertà personali in nome della tutela della salute collettiva, lasciando al Governo le decisioni su quando e come uscire di casa, su cosa è autorizzato e cosa non lo è, sulle persone che si possono incontrare, sulle limitazioni alla mobilità personale.

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1 Commento

Rob

04/12/2020 10:52

Il Censis paradiso di geni e stipendificio inutile. Perché non dicono chi ha ridotto la sanità così? Quando vedo certi politici dimenarsi con fervida ipocrisia sulla sanità pubblica da loro distrutta mi viene da vomitare. Ma possibile che l'italiota non si accorge di questi cialtroni?

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