Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Il miracolo di Flaminia, la bimba di due anni tornata a casa per Natale dopo il trapianto

A casa per Natale, con un fegato nuovo e una vita che ricomincia. Assomiglia a un vero e proprio miracolo delle Festività la storia di una bimba di neppure due anni di Roma, Flaminia, che festeggerà il suo primo 25 dicembre da trapiantata, senza la malattia ad affliggerla.

Dimessa in tempo per festeggiare a casa tra albero e decorazioni

La bambina, dai capelli color dell’oro e con due enormi occhi blu dolcissimi e intensi, ha subito per le conseguenze di una grave patologia rara, l’atresia delle vie biliari che comporta un accumulo di bile nel fegato, un’operazione condotta dall’equipe del professor Marco Spadache l’ha portata ad avere un fegato nuovo da un donatore il 23 ottobre al Bambino Gesù di Roma. Accanto a lei, nel post-trapianto la mamma, e ad attenderla a casa il fratellino e il papà. Dopo lunghi periodi in cui si è alimentata con un sondino, inizia a mangiare ed è stata da poco dimessa dal reparto di Epatogastroenterologia dell’ospedale pediatrico romano, in tempo per l’albero e le decorazioni.

Il percorso affrontato da Flaminia

"Flaminia -spiega la mamma, Valentina- è nata rosea, bellissima. Ci siamo resi conto che qualcosa non andava a un
mese di vita, ma pensavamo fosse transitorio. Da un semplice controllo ad Avezzano, in Abruzzo, dove ci trovavamo ci siamo ritrovati al Bambino Gesù di urgenza. E’ stato uno shock. Sentir parlare di una malattia rara della quale anche solo per ricordare il nome ci sono voluti giorni, vedere anche altre realtà difficili in ambito ospedaliero. Sentir accennare a trapianto, problemi del fegato, tutte cose fino a prima sconosciute». La piccola a 47 giorni viene sottoposta a un intervento in cui viene attaccato il fegato all’intestino e fatto un bypass, per far fluire la bile. L’intervento risulta efficace, ma come nella maggior parte di questi casi accade non è risolutivo, serve un trapianto. "Poco prima di un anno a Flaminia -aggiunge la mamma - hanno messo il sondino perché ha avuto problemi con lo svezzamento e per questo anche ridotte capacità motorie. Poi ha ripreso piano piano peso, fino a che questa primavera, in pieno lockdown, ci siamo resi conto che il fegato iniziava a soffrire. La nostra fortuna più grande è stata essere supportati dal personale sanitario. Penso davvero che siano supereroi incredibili, tutti».

Il 16 luglio la decisione del trapianto

La decisione di trapiantare Flaminia arriva il 16 luglio, la messa in lista dopo i vari controlli il 7 ottobre, con tempi stretti. «Una delle emozioni più grandi - ricorda Valentina - è stata ricevere nel corso dei controlli la telefonata del Centro Trapianti del Bambino Gesù, che mi ha sempre supportata, in cui mi veniva detto che potevo essere candidata a fare una donazione da vivente alla bambina». Mamma e bimba iniziano un percorso parallelo, anche se sulla decisione pesava l’impossibilità di Valentina di poter eventualmente assistere la figlia nel post intervento. I genitori non avevano dubbi sulla scelta, ma poi è stato trovato un donatore. «Mi avevano preparato a tutto tranne all’emozione di ricevere per telefono un’informazione del genere - prosegue la mamma - mi sono sentita supportata in maniera molto maggiore di quello che avrei potuto fare io. Il pensiero è andato alla famiglia che ha fatto un atto così generoso di fronte sicuramente a un evento tragico che riguardava qualcuno di giovane». Dopo l’intervento e qualche complicazione ora Valentina spiega che "Flaminia è una bambina diversa, questo è un atto di generosità che l’ha rafforzata».

Caricamento commenti

Commenta la notizia