Come una manna dal cielo. Un vero e proprio tesoro - di quelli da storie di pirati con scrigni pieni di oro, argento e pietre preziose - è approdato da chissà dove sulle rive di un villaggio di pescatori sulla costa caraibica del Venezuela, Guaca, messo in ginocchio dalla crisi economica che da tempo attanaglia il Paese proprio mentre l’immagine del futuro veniva resa ancor più cupa dell’impatto della pandemia globale da coronavirus.
Ne scrive il New York Times e la vicenda fa il giro di siti e testate online. E’ una storia però che va avanti da mesi, da settembre almeno quando Yolman Lares è il primo a trovare un medaglione d’oro con l’immagine della Madonna. «Ho cominciato a tremare. Ho urlato dalla gioia», ha raccontato al New York Times il 25enne Lares, «era la prima volta che mi accadeva qualcosa di speciale». Ed è questo il punto: perché l’'arrivò dei gioielli, come dal nulla, sembra un dono divino, o un segno del destino, per il villaggio che era una sorta di isola felice ma dove da troppo tempo non si lavora più, non si guadagna più, ci si arrangia. Al ritrovamento di Lares ne sono seguiti molti altri, nella vera e propria caccia al tesoro che l’evento ha scatenato, con decine di persone intente a scavare, cercare, rimestare nella sabbia. Alcuni hanno cercato notte e giorno, dormendo nelle barche dei pescatori in spiaggia, ormai da troppo tempo inattive.
Così ad oggi sono decine i residenti di Guaca - circa 2mila anime in tutto - che possono dire di aver ricevuto uno di quei "doni del destino". Per Ciro Quijada, che ha trovato un anello d’oro, c'è lo zampino di Dio. Ne è sicuro. Si tratta per la gran parte di anelli d’oro, ma anche monili d’argento e perfino pepite. Stando ad alcuni dei pareri raccolti alcuni dei preziosi sarebbero di provenienza e fabbricazione europea: Belgio, Gran Bretagna. Probabilmente commercializzati all’inizio del Ventesimo secolo. Poco importa però, ormai è leggenda e un regalo per un Natale con un pò di speranza in più.
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