Sono stati liberati i pescatori di Mazara del Vallo da 108 giorni in un carcere in Libia, sotto la sorveglianza dei militari del generale Haftar. La notizia è arrivata dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, volato a Bengasi insieme con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio per il passo conclusivo che porta alla liberazione. La liberazione viene confermata anche dai familiari che attendono a Mazara del Vallo: "Finalmente - dicono - aspettavamo questo regalo di Natale". Arriveranno a Mazara del Vallo tra sabato sera e domenica mattina. I marittimi torneranno infatti con le loro navi fino a ieri sotto sequestro, impiegando circa 40 ore di navigazione. Intanto, la città in festa si prepara ad accoglierli.
Un inferno lungo oltre cento giorni
Era il primo settembre, oltre cento giorni fa. Per 108 lunghi giorni diciotto pescatori - otto tunisini, sei italiani, due indonesiani e due senegalesi - sono stati trattenuti in Libia. Erano a bordo di due pescherecci di Mazara del Vallo, «Antartide» e «Medinea», sequestrati dalle motovedette libiche. L’accusa avanzata dalle autorità di quel Paese, è di avere violato le acque territoriali, pescando all’interno di quella che ritengono essere un’area di loro pertinenza, in base a una convenzione che prevede l’estensione della Zee (zona economica esclusiva) da 12 a 74 miglia. Nei giorni seguenti al sequestro le milizie di Haftar hanno contestato, in modo infondato, anche il traffico di droga. Inoltre nel corso delle trattative sarebbe stata avanzata la richiesta di uno "scambio di prigionieri", chiedendo l’estradizione di quattro calciatori libici condannati in Italia come scafisti di una traversata in cui morirono 49 migranti.
Lo strano caso dei calciatori-scafisti
Uno strano caso questo dei calciatori-scafisti. Condannati a 30 anni di carcere dalla giustizia italiana, ma conosciuti in Libia come giovani promesse del calcio. Sono stati condannati dalla corte d’assise di Catania e poi dalla corte d’appello etnea, con l’accusa di aver fatto parte del gruppo di scafisti responsabili della cosiddetta 'Strage di Ferragostò del 2015 in cui morirono 49 migranti. La notte della 'Stragè avrebbero contribuito con «calci, bastonate e cinghiate» per bloccare i migranti nella stiva dell’imbarcazione. Nel corso del processo, la loro vicenda era stata monitorata dall’ambasciata libica in Italia, partecipando anche ad alcune udienze al Tribunale di Catania. I quattro raccontarono ai giudici di aver pagato per quel viaggio, ricostruendo la loro versione, come Al Monsiff che disse di «giocare a calcio nella serie A» e «aveva deciso di andare in Germania per avere un futuro, impossibile in Libia a causa della guerra». Durante il dibattimento i legali dei quattro imputati sollevarono anche alcune anomalie nel loro riconoscimento, avvenuto attraverso delle interviste ai 313 sopravvissuti di quel viaggio, giunti a Catania a bordo della Siem Pilot il 17 agosto 2015.
A lungo inascoltato l'appello dei familiari
I familiari hanno protestato più volte a Mazara, in piazza, davanti alla casa del ministro alla Giustizia, a Montecitorio, incatenandosi, chiedendo anche l’intervento dei corpi speciali, e si riteneva possibile una soluzione proprio a ridosso del Natale. Ieri il ministro per agli Affari esteri, Luigi Di Maio, assicurava che il governo italiano ce la sta «mettendo tutta» per riportare a casa i pescatori di Mazara imprigionati dalle autorità libiche: «Non ho dimenticato in questo momento difficile i nostri pescatori in Libia e voglio dire che ce la stiamo mettendo tutta e stiamo continuando a lavorare». Fino alla svolta di oggi: un volo "liberatorio" - a bordo anche il premier Giuseppe Conte - con destinazione Bengasi.
Conte: "Buon rientro a casa"
«Buon rientro a casa». Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte su Facebook, dove posta una foto dei pescatori italiani liberati.
Di Maio: "I nostri pescatori sono liberi"
"I nostri pescatori sono liberi". Così su Facebook il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che aggiunge: "Fra poche ore potranno riabbracciare le proprie famiglie e i propri cari. Grazie all’Aise (la nostra intelligence esterna) e a tutto il corpo diplomatico che hanno lavorato per riportarli a casa. Un abbraccio a tutta la comunità di Mazara del Vallo".
Ferraresi: "Notizia che ci riempie di gioia"
«Una grande notizia che ci riempie di gioia: il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio riportano in Italia i 18 pescatori italiani sequestrati 100 giorni fa in Libia». Lo scrive su Facebook il sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi, che aggiunge: «Una grande soddisfazione per tutti noi, ma soprattutto per le famiglie che possono finalmente riabbracciarli sani e salvi. Auguri ai 18 pescatori e ai loro cari per un Natale di ritrovata e meritata serenità».
Furlan: "Il governo non abbandoni le famiglie"
"Il rilascio dei nostri pescatori, detenuti per mesi ingiustamente in Libia, è davvero una bella notizia che rincuora la Cisl e tutti gli italiani. Il Governo ora non abbandoni a se stesse le famiglie che hanno vissuto questo dramma, perdendo anche reddito e preziose giornate di lavoro". Così, su Twitter, la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan.
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