Le donne e gli uomini della Polizia postale di Milano credevano di aver esplorato fino in fondo l'abisso dell’orrore durante la maxioperazione anti-pedopornografia che solo una settimana fa, grazie anche ad agenti che hanno lavorato per diversi mesi sotto copertura su Telegram e WhatsApp, aveva smantellato 16 associazioni criminali ed identificato oltre 140 gruppi pedopornografici con il coinvolgimento di 432 le persone coinvolte in tutto il mondo tra le quali 81 italiani. Si trattava di affermati professionisti, operai, studenti, consulenti universitari, pensionati, impiegati privati e pubblici, tra cui un vigile urbano appartenenti a 159 gruppi attivi su Telegram e WhatsApp che condividevano foto e video pedopornografici con proprie sessuali su minori, a volte anche neonati.
All'orrore non c'è mai fine
Hanno invece dovuto constatare che all’orrore non c'è mai fine nella vicenda che ha portato all’arresto di un nonno di 53 anni che abusava della nipotina piccolissima e, in diretta, postava le immagini su una piattaforma in streaming. Una notizia di reato sconvolgente appresa, anche in questo caso, grazie al monitoraggio del web che il Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia online conduce ogni giorno nell’ambito del contrasto allo sfruttamento dei minori sul web. Al nonno gli agenti della Postale di Milano sono arrivati perché si sono imbattuti, nei mesi scorsi, in un video pubblicato in diretta su una piattaforma gratuita per lo streaming online, in cui un uomo abusava di una bimba di meno di un anno. Subito sono iniziate le attività di «congelamento» del contenuto multimediale e gli accertamenti che hanno portato gli investigatori a compiere un vero e proprio «pedinamento" digitale dell’indagato. Si è giunti quindi alla conferma che ad abusare della piccola era il nonno materno al quale la bimba era affidata quando la madre era via.
Supporto psicologico per gli agenti
La Procura di Milano, «considerata l’estrema gravità dei fatti, gli univoci elementi di colpevolezza raccolti e l'attualità del pericolo di reiterazione del reato», in tempi brevi ha chiesto e ottenuto dal gip l’emissione di un provvedimento di custodia cautelare in carcere. La dirigente della Polizia postale di Milano, Tiziana Liguori, non nasconde le difficoltà in termini di stress, dal punto di vista umano, delle donne e gli uomini che si occupano di queste terribili vicende: «Abbiamo un sostegno psicologico che prevede linee guida ben precise - racconta -. Dover visionare certe immagini comporta un enorme sforzo dal quel punto di vista». Così come è accaduto nell’operazione dei giorni scorsi: «Quando, come in questo caso si riesce a individuare il responsabile di reati così aberranti - considera la dirigente - e a interrompere sofferenze così atroci per una bambina e la sua famiglia, la soddisfazione compensa tutta la fatica affrontata».