In casa risuona “Il bandito e il campione”. Le note riempiono la stanza e colorano giornate grigie. Tutti reclusi. Concesse, tutt’al più, circumnavigazioni a piedi del proprio palazzo. Poi la tv annuncia: “C’è un’altra possibilità, il giro in bici. Ed è in arrivo un altro bonus per l’acquisto”. De Gregori ha portato fortuna, Girardengo diventa un mito, anzi un modello. Fuori dai negozi di biciclette ci sono file e ressa. La corsa ad accaparrarsene una ricorda quella agli iPhone di ultimo grido fuori dai centri commerciali. Le strade brulicano di ciclisti. C’è chi impenna, chi sfida se stesso tutto bardato con ammiraglia al seguito e check point per il ristoro, chi si è fatto montare le rotelle per non perdere l’equilibrio. I più audaci sfoggiano addirittura un sidecar modello Harley bike in cui trasportano mogli o figli. Inoltre, boom di riscio’: intere comitive si spostano da un capo all’altro della città. Dopo mesi di incertezze, arriva il grande giorno dei rimborsi. E’ il remake del 3 novembre. Il Governo, intenzionato a fare tesoro degli errori precedenti, vara non più il Click day, ma, udite udite, il Click hour. Tutto in 60 minuti. Perché alla fin fine, siamo italiani. “Avete comprato la bici?... e mo’ pedalate!”, affermano due ministri.
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