Educati, gentili, riservati, li vedevano sempre insieme, la madre e i due figli, ormai adulti, a Figline Valdarno (Firenze) dove si erano trasferiti per le cure oncologiche dell’anziana donna, 77 anni portati bene nonostante la malattia. Da un mese e mezzo sono morti in una casa dentro un vicolo del centro storico e nessuno si è accorto di nulla.
Poi ieri una vicina si è decisa ad avvisare le autorità per il fetore proveniente dall’alloggio dei tre e li hanno trovati. Non li vedevano da tempo e non si sentivano rumori. Infatti erano tutti morti. Luigia Teresa Etteri, 77 anni, è deceduta nel suo letto per il tumore che alla fine l’ha vinta. Mentre i figli, protettivi, non hanno saputo proteggere loro stessi dal dolore e dalla disperazione: secondo una ricostruzione dei carabinieri, Massimo Giovannella Del Bianco, 51 anni, e la sorella Francesca, 46 anni, dopo aver assistito la madre fino all’ultimo, si sono storditi con dei medicinali quindi si sono uccisi con colpi di coltello, una lama sola, sequestrata. Stamani li hanno trovati entrambi a letto. Gli accertamenti cercano di valutare se per fratello e sorella si tratta di un caso di omicidio-suicidio, con l’uomo che uccide lei e poi si colpisce per morire a sua volta: ma solo l’autopsia e altri rilievi disposti dal magistrato di turno Gianni Tei potranno far luce su questo ulteriore aspetto oltreché sull'intera ricostruzione della vicenda.
Il padre dei Giovannella Del Bianco non c'era più da qualche tempo, è morto anche lui. La moglie lo diceva di essere vedova nei negozi di Figline, nelle brevi e cortesi conversazioni che teneva con gli abitanti del posto con cui questa famiglia non aveva legami. D’altronde dicevano poco di sè; fra questo poco, l'essere italiani del Nord andati in Venezuela e poi rientrati in patria in tempi recenti. Luigia Teresa risulta tornata in Italia nel 2018, il figlio era rimpatriato nel 2008. A Figline la 77enne e i figli ci sono venuti per le cure della donna, seguite al vicino ospedale "Serristori", che si trova a neanche 100 metri dalla viuzza dove c'è l’appartamento dove sono stati ritrovati i cadaveri. E anche per la vicinanza con Firenze, facilmente raggiungibile in treno, pare meta di esami medici.
La casa nel vicolo Guinelli, un borghetto castellano di scarsa luminosità fiancheggiato da edifici popolani antichi, largo forse due metri, chiuso da una volta sul corso che poi si scoperchia per i quaranta di lunghezza, era stata comprata. Un fabbro ricorda di aver loro cambiato la serratura della porta meno di due anni fa. Erano i nuovi proprietari. E’ la stessa porta a cui era stata data doppia mandata e che i vigili del fuoco hanno dovuto sfondare. L’iscrizione all’anagrafe di Figline è del 2019, dopodiché molta discrezione e nessuna parola sulla malattia. Il vicinato credeva pure se ne fossero andati, forse anche per questo i cadaveri sono stati scoperti settimane più tardi. D’altronde i confinamenti da Covid non hanno aiutato i rapporti sociali nemmeno per questi nuovi venuti. E la inevitabile resa alla malattia gravissima, resa sopraggiunta a novembre dopo un ricovero, e il ritorno nella casa sul vicolo, ha spazzato via tutte le loro forze per sempre.
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