Il governo della Regione, convocato dal presidente Musumeci in seduta straordinaria, prende una posizione chiara e netta sulla così detta Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) per i siti che dovrebbero ospitare i depositi di scorie nucleari.
In Sicilia da Roma ne hanno previsti quattro. La Giunta di governo ha istituito un gruppo di lavoro, con la Cts, coinvolgendo le quattro Università dell’Isola e i Comuni interessati. Il gruppo, presieduto dell’assessore all’Ambiente Toto Cordaro e coordinato da Aurelio Angelini, dovrà elaborare le motivazioni a sostegno della ferma contrarietà della Regione alle proposte della Carta nazionale, la cui scelta è stata giudicata “irragionevole e priva di fondamento” da parte del presidente della Regione.
Costa: "Ascolteremo i territori"
"Pubblicare questa carta tecnica è stato un gesto di responsabilità nei confronti del Paese. Chi ci ha preceduto se n'è visto bene perché elettoralmente non paga. Ma governare significa anche questo: assumersi la responsabilità delle scelte". Lo scrive il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, sul proprio profilo Facebook a proposito della Cnapi, la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee a ospitare il Deposito Nazionale per i rifiuti nucleari a bassa e media intensità e il Parco Tecnologico. I siti indicati sono 67. "Il deposito è nazionale e unico", precisa Costa volendo "sfatare alcune fake news".
Che continua: "Il tema del deposito nazionale di rifiuti radioattivi ha suscitato una forte discussione. Come è giusto che sia, visto che è una questione importantissima e tocca ciascuno di noi". Lo ha sottolineato in un post in cui risponde alle polemiche suscitate alla pubblicazione dei siti idonei in Italia ad ospitare impianti di deposito per le scorie nucleari. "Chiariamo subito che non è iniziata nessuna costruzione - ha sottolineato il ministro - proprio perchè prima verranno ascoltati i territori".
"Ora è il momento del dibattito: invito tutti voi, amministratori, comitati, associazioni di categoria, ad andare sul sito depositonazionale.it e a partecipare - ha sottolineato - Presentate le osservazioni, rilievi e tutto quanto possa contribuire".
"Abbiamo pubblicato la Carta scegliendo di mettere la faccia su una scelta impopolare per un unico motivo: andava fatto - ha spiegato Costa - da troppi anni i rifiuti radioattivi sono stoccati in luoghi provvisori e pertanto poco sicuri. E’ un’opera necessaria e bisogna realizzarla con la massima partecipazione e trasparenza. Nel resto d’Europa esistono altri dieci depositi simili, in esercizio. Anche l’Italia deve averne uno per stoccare i propri rifiuti radioattivi a bassa e media attività. Cosa sono? Si tratta soprattutto di rifiuti provenienti da attività mediche (terapie antitumorali, radioterapie, ricerca scientifica e medica) o da quelle industriali (come, per esempio, quelle legate alla verifica dello spessore della struttura dei manufatti, come gli aerei).
"La Carta è frutto di anni di lavoro da parte di enti di ricerca, Ispra, Isin, l’ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare, e la Sogin - ha aggiunto ancora il ministro - che hanno utilizzato mappe sismiche e geologiche, mappe idriche, criteri di esclusione e di approfondimento e hanno individuato la lista delle 67 possibili aree. Tra i criteri di esclusione vi erano siti Unesco e zone particolarmente protette come i Parchi Nazionali: nessun sito si trova in queste aree".
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