
Cinque regioni in fascia arancione e una situazione che peggiora nuovamente in tutta Italia, con l'indice di diffusione del virus che per la prima volta dopo sei settimane torna superiore all’1 a livello nazionale e 12 regioni a rischio alto. I dati della cabina di regia confermano quel che era evidente da giorni: il Covid ha ripreso a correre ed è quindi fondamentale contenerne la diffusione per evitare la terza ondata. «Vanno mantenute le misure» in atto, confermano gli esperti invitando il governo a «rafforzare» le restrizioni. E la stretta arriverà con il nuovo Dpcm in vigore dal 16 gennaio, a partire dalla conferma del divieto di spostamento anche tra le regioni in zona gialla.
Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto saranno in fascia arancione da domenica, con il ministro della Salute Roberto Speranza che ha firmato le nuove ordinanze: «dobbiamo tenere il massimo livello di attenzione, il virus circola molto e l’indice di contagio è in crescita». Bar e ristoranti saranno chiusi, le scuole superiori proseguiranno con la didattica a distanza e sarà vietato uscire dal proprio Comune, ad eccezione degli spostamenti da quelli con popolazione fino a 5mila abitanti per un raggio di 30 chilometri dai confini. A far scattare la zona arancione per le 5 regioni sono state le modifiche introdotte con il decreto del 5 gennaio, che hanno abbassato la soglia dell’Rt che determina il posizionamento nelle fasce: con Rt superiore a 1,25 anche nel valore minimo e rischio moderato si passa in zona rossa, con Rt ad 1 si va in arancione. Condizione quest’ultima in cui si trovavano la Calabria (1.04 nel valore mimino), l’Emilia Romagna (1.03) e la Lombardia (1.24). La Sicilia ha invece un Rt minimo a 0.99 e un rischio moderato ma è stata la stessa Giunta, sulla base di quanto suggerito dal Cts regionale, a chiedere di essere collocata in fascia superiore. Discorso simile per il Veneto: l'Rt è a 0.96 nel valore minimo ma il rischio di peggioramento è alto visto che il tasso di incidenza a 14 giorni è di 927 su 100mila abitanti a fronte di una media nazionale di 313. Le ordinanze saranno in vigore fino al 15 gennaio, data in cui scade il Dpcm, e con il nuovo provvedimento verranno valutate eventuali proroghe. La nuova classificazione riapre però lo scontro tra Regioni e governo: «è una cosa demenziale - spara il governatore della Campania Vincenzo De Luca - così mandiamo al manicomio un paese intero». Il modello, aggiunge Attilio Fontana, crea «solo incertezze e danni economici rilevantissimi».
La risposta arriva dal ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia: con il sistema delle fasce «si evita il lockdown», ipotesi che per il momento a palazzo Chigi non vogliono prendere in considerazione. Quello che però è già certo è che ci sarà un’ulteriore stretta. Il monitoraggio indica 12 regioni e province autonome a rischio alto e 8 a rischio moderato, con 13 regioni che hanno un tasso di occupazione dei posti in terapia intensiva e nelle aree mediche sopra la soglia critica. La settimana prossima dunque, se i dati peggioreranno come si aspettano gli esperti, altri territori passeranno in zona arancione o rossa. L’epidemia, dicono gli esperti, è «in una fase delicata che sembra preludere un nuovo rapido aumento di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero definite ed implementate rigorosamente misure di mitigazione più stringenti». Il governo inizierà a lavorare sulla bozza da lunedì, ma alcuni punti sono già definiti e Speranza li illustrerà alla Camera il 13.
Le nuove misure
Verrà confermato il coprifuoco alle 22 e la zona gialla "rafforzata", dunque con il divieto di spostamento tra le regioni. E’ invece ancora aperta la discussione se confermare o meno la possibilità di muoversi una sola volta al giorno in massimo due persone per andare a trovare parenti e amici, nell’ambito della regione se gialla, solo in ambito comunale se arancione o rossa. Per bar e ristoranti sarà confermata l’apertura nelle regioni gialle fino alle 18 mentre dovrebbero ancora rimanere chiuse palestre e piscine. L’ipotesi su questo fronte è di legare aperture e chiusure al sistema delle fasce, con la possibilità di consentire gli allenamenti nelle regioni gialle, ma prima dovrà esprimersi il Cts. Discorso a parte per la scuola: il Dpcm in vigore prevedeva il ritorno in presenza per i ragazzi delle superiori dal 7 ma già il governo aveva posticipato a lunedì 11 e diverse regioni hanno rinviato ulteriormente la scadenza, chi al 18 gennaio chi al 25 e chi al 1 febbraio. Non è affatto escluso, dunque, che l’esecutivo decida di intervenire nel nuovo Dpcm e posticipare il ritorno in classe almeno al 1 febbraio, per evitare che ogni regione vada in ordine sparso.
La nuova ordinanza che vede il passaggio in area arancione di Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto andrà in vigore da domenica 10 fino a venerdì 15 gennaio, data in cui scadrà il DPCM. Con il nuovo DPCM verranno valutate eventuali proroghe, fa sapere il ministero della Salute.
Ecco i dati delle Regioni con l'indice Rt: Calabria 1,14 (1,04), Sicilia 1,04 (0,99). Abruzzo 0,9 (0,83), Basilicata 0,83 (0,67), Campania 0,83 (0,76), Emilia-Romagna 1,05 (1,03), Friuli 0,91 (0,86), Lazio 0,98 (0,94), Liguria 1,02 (0,95), Lombardia 1,27 (1,24), Marche 0,93 (0,82), Molise 1,27 (0,96), Piemonte 0,95 (0,92), Provincia Bolzano 0,81 (0,75), Provincia di Trento 0,85 (0,79), Puglia 1 (0,96), Sardegna 1,02 (0,95), Toscana 0,9 (0,87), Umbria 1,01 (0,95), Val d'Aosta 1,07 (0,87), Veneto 0,97 (0,96).
3 Commenti
EleNstwviva il duce
08/01/2021 15:19
Hai ragione meglio la zona arancione in cui tutti fanno quello che vogliono, così alle prossime elezioni voteranno per questo governo di inetti ed Incapaci. Sia mai zona rossa.
Antonino Reitano
08/01/2021 21:29
I dati attuali impongono consequenziali misure drastiche,bisogna bloccare ogni singola possibilità di ulteriore contagio.bene le regole,grande fiducia nei comportamenti della gente,ma tutto ciò servirà a ben poco se non ci sarà un rigoroso controllo del territorio,di cui purtroppo non si vede traccia alcuna ad ogni livello,che serva a rendere efficace ogni azione.
Franco
11/01/2021 20:38
Devono chiudere tutto e lasciare aperto soltanto ciò che è ritenuto essenziale economicamente. Tornerà una terza ondata se continuate ad aprire scuole ecc.. che non sono sicure per niente ed è il posto in cui prendi più facilmente il virus. Nelle scuole della mia regione (calabria) ma anche in tutte le altre scuole non ci sono controlli adeguati e anche se ci fossero non servirebbero a niente perchè tra amici ci si vede fuori lo stesso, detto questo io consiglierei di non aprire e chiudere come stanno facendo in cina, in Francia e in Gran bretagna..invece di pensare ai soldi pensate alla salute.