Il governo valuta la possibilità di riaprire i musei e le mostre dal 18 gennaio nelle regioni gialle durante i giorni feriali, spiega in mattinata il ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini. «Nel Dpcm - ha detto Franceschini, sottolineando che la sua proposta è ancora un’ipotesi - proporrò che sia introdotta la riapertura dei musei e delle mostre nelle zone gialle almeno nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì. Naturalmente tutto dovrà avvenire in modalità di sicurezza, come quest’estate, con gli obblighi di indossare le mascherine, mantenere il distanziamento, il contingentamento e con prenotazioni e bigliettazione elettronica per evitare le file. È un primo passo, un piccolo passo verso la ripartenza». Una ipotesi che trova pronta la Reggia di Caserta che annuncia la riapertura da lunedì dopo due mesi di stop. «La Reggia - afferma il direttore Tiziana Maffei - è pronta a riaprire con grande gioia le sue porte, e ad accogliere i visitatori in sicurezza. Gli uffici e il personale tutto sono al lavoro per garantire il massimo dell’efficienza e il rispetto di tutte le misure anti Covid». Pronti a riaprire anche i Civici a Firenze, annuncia l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi. E nella stessa città anche i Giardini di Boboli: «Poi le altre realtà museali sono più complesse, e quindi servono tempi tecnici e amministrativi per riprendere le aperture». Spiega il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, durante il convegno "More Museum: il futuro dei musei tra crisi e rinascita, cambiamenti e nuovi scenari" organizzato dal Comune di Firenze. «Il nostro auspicio è poter riaprire prima possibile. Non vediamo l’ora. Siamo pronti, consapevoli che i costi di apertura, in questo periodo, saranno importanti», dice Stefano Baia Curioni, direttore della Fondazione Palazzo TE a Mantova. Mentre puntano al primo febbraio, spiega la direttrice Barbara Jatta, i musei Vaticani dove «si continua a fare ricerca e a fare manutenzione ordinaria e straordinaria perché con i grandi flussi che avevano prima della pandemia non era possibile farla, se non in regime straordinario e nei giorni di vacanza. Lo facciamo pensando a un’ottima e proficua riapertura che ci auguriamo possa essere alla fine del mese di gennaio, quindi per il primo febbraio. Ci auguriamo, se l’emergenza sanitaria lo permetterà, di riaprire i battenti in quella data». E’ felice che qualcuno possa riaprire, Serena Bertolucci, direttrice di Palazzo Ducale a Genova. «Genova è una città abituata alle emergenze - racconta -. Quest’estate al museo abbiamo aperto tutti gli spazi che avevamo. Siamo stati cinema, teatro, abbiamo scelto di fare mostre grandi per occupare più possibile il territorio della regione con tante sedi decentrate, così da portare noi la cultura verso la comunità». Riaprire significa fare i conti con quello che è accaduto. «I ristori del Mibact ci hanno aiutato a chiudere il 2020. Ora l’ingresso di Venezia nella zona arancione e la chiusura fino al 3 marzo ci creano la necessità di gestire con molta oculatezza il bilancio dei prossimi mesi», spiega Gabriella Belli, direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia. E c'è chi ha sfruttato il momento per crescere. «La pandemia ci ha colpito in un momento di grande energia creativa, pensavamo alla riscrittura di tutti i percorsi espositivi del museo creando un nuovo racconto. La pandemia nella sua tragicità ci ha permesso almeno di avere il tempo per concentrarci sulle nostre collezioni, e noi abbiamo raccolto questo momento come opportunità. Infatti abbiamo, con convinzione e tenacia, iniziato a immaginare l’ampliamento del museo Novecento», sottolinea Anna Maria Montaldo, direttrice museo del Novecento di Milano. Guarda al futuro anche il romano MAXXI: «Sento che i musei hanno il compito di tessitura di relazione tra di noi, al Maxxi abbiamo costruito modelli di collaborazione in Italia e Europea, credo che questo sia fondamentale per il futuro, intrecciare questa rete. I musei come luogo di sperimentazione, come laboratori di futuro, luoghi di ricerca», sostiene la presidente Giovanna Melandri. Massimo Osanna, direttore generale musei dello Stato, pensa che sia necessario mettere in campo misure affinché i musei "tornino ad essere figure di riferimento essenziali per la comunità, devono essere luoghi dove si arriva per riflettere, per confrontarsi, luoghi aperti e spazi condivisi. E’ uno degli aspetti su cui dobbiamo lavorare nel futuro». Per Osanna, infatti, la ripartenza dei musei si baserà anche sulla loro "apertura a 360 gradi e sulla totale accessibilità».