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Borse alimentari, sindaca ai domiciliari: ai bisognosi "pacchi sfigati", agli amici capesante

Michela Rosetta

C'erano «figli e figliastri» ai quali consegnare ricche borse alimentari. E c'erano altre categorie di cittadini a cui dare il "pacco da sfigati". Terremoto in Comune a San Germano Vercellese, 1.500 abitanti a pochi chilometri da Vercelli, dove la sindaca leghista Michela Rosetta, dipendente Asl, è finita agli arresti domiciliari insieme ad un consigliere comunale ed ex assessore, Giorgio Carando: l’accusa mossa dalla procura di Vercelli è di aver negato aiuti alimentari per l’emergenza Covid ai bisognosi, tra cui stranieri in difficoltà e anziani non autosufficienti, e di averli invece riservati a famiglie benestanti. Sono indagate altre sette persone, tra cui due impresari, e sono stati sottoposti all’obbligo di presentazione alle forze dell’ordine un altro consigliere ed ex vicesindaco, un ex dipendente e una quinta persona. A seconda delle singole condotte sono ipotizzati reati che vanno dal peculato al falso e all’abuso d’ufficio.

«Non c'è stata una gestione errata dei fondi per l’emergenza Covid - sostiene Roberto Capra, avvocato della sindaca Rosetta -. Il Comune, anzi, ha cercato di aiutare tutti in un momento di difficoltà legato alla pandemia. Non c'è stata alcuna volontà di creare problemi a qualcuno, o di avvantaggiare altri». Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Davide Pretti e condotte dai carabinieri, sono partite dalle dichiarazioni in un’impiegata esclusa da Rosetta e Carando nella gestione degli alimenti acquistati con fondi statali Covid. I prodotti, gestiti direttamente dai due, sarebbero stati distribuiti illecitamente a famiglie facoltose (anche con un reddito di oltre 7.000 euro mensili) anziché a famiglie con redditi bassi, con figli minori o disabili, e stranieri in difficoltà. In un caso - e da qui l’aggravante della discriminazione e odio razziale - la sindaca avrebbe negato gli aiuti ad una cittadina marocchina dopo la richiesta di evitare alcuni alimenti per motivi religiosi. La sindaca, le avrebbe rivolto pesanti insulti. Oltre alla distribuzione iniqua, il Comune avrebbe acquistato generi non essenziali, come mazzancolle tropicali e capesante; la procura ha accertato 18 episodi in cui Carando avrebbe prelevato alimenti dai magazzini per portarseli a casa. Le indagini hanno riguardato anche l’abbattimento dell’ex chiesa di Loreto, per il quale viene contestato il reato di distruzione di beni sottoposti a vincolo culturale.

«Sono comportamenti spiacevoli - ha detto il procuratore capo, Pier Luigi Pianta - che non possono essere tollerati». Rosetta in passato è stata al centro di polemiche a sfondo razzista, dalle multe ai cittadini che ospitano immigrati senza comunicarlo al Comune, fino al parco giochi vietato ai bimbi dei genitori "evasori": un provvedimento che aveva suscitato proteste dagli immigrati del paese. «Dopo le elezioni regionali Rosetta si stava progressivamente allontanando dalla Lega», commenta il segretario provinciale Paolo Tiramani. Non è escluso che i vertici del Carroccio possano decidere per una sospensione della sindaca dal partito.

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