Si prospettano altri giorni cruciali per capire in che direzione l’epidemia di Covid-19 in Italia si stia muovendo: verso l’auspicata frenata che dovrebbe permettere alle strutture sanitarie di tirare il fiato in attesa dei primi (seppur flebili per molte settimane ancora) segnali dell’avvio della vaccinazione, oppure verso un nuova accelerazione che potrebbe mettere in ginocchio anche la campagna vaccinale. Una situazione delicata che vede comunque l’Italia stare meglio di altri paesi, all’interno di un continente colpito con grande durezza da molte settimane. Gli ultimi dati parlano di una situazione che sembra stabilizzata: 16.310 i tamponi positivi (compresi i test antigenici, conteggiati da venerdì) nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Le vittime sono 475. Venerdì si erano registrati 16.146 nuovi casi e 477 vittime. In totale i casi da inizio epidemia sono arrivati a 2.368.733, i morti 81.800. Gli attualmente positivi sono 557.717 (-351), i guariti e i dimessi 1.729.216 (+16.186), in isolamento domiciliare ci sono 532.413 persone (-292). Sono in calo di due unità i pazienti in terapia intensiva in Italia nelle ultime 24 ore, nel saldo giornaliero tra ingressi e uscite, sempre secondo i dati del ministero della Salute. Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva sono 170. In totale i ricoverati in rianimazione sono 2.520. I pazienti in area medica sono invece in diminuzione di 57 unità rispetto a ieri, portando il totale a 22.784. Sono 260.704 i test per il coronavirus (molecolari e antigenici) effettuati in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 273.506. Il tasso di positività è al 6,3%, in aumento rispetto al 5,9% di ieri (+0,4%). Le regioni con il maggior numero di tamponi giornalieri positivi, secondo i dati del ministero, sono: Lombardia 2.134, Sicilia 1.954, Veneto 1.929, Emilia Romagna 1.674, Lazio 1.282, Campania 1.132. «La situazione dell’epidemia sembra bloccata, la cosa che fa pensare è il valore dell’Rt che è cresciuto ancora a 1.09 (secondo i dati del monitoraggio Ministero Salute-Iss) dimostrazione di quanto circola il virus», spiega all’ANSA l'epidemiologo dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, Massimo Ciccozzi, che ritiene la prossima settimana cruciale per capire l’evoluzione e gli eventuali nuovi provvedimenti che potrebbero essere necessari per frenare l’epidemia in modo più forte. Ciccozzi sottolinea come il rapporto positivi sui tamponi sia crollato «per l’introduzione nel calcolo dei test veloci. C'è una lentissima flessione delle curve ma ancora non c'è da stare allegri, serve stare attenti e accelerare la vaccinazione. Solo se riusciamo a contenere i casi possiamo pensare a tornare a tracciare i contatti, un lavoro che non si riesce a fare più da ottobre», conclude. «Dal punto di vista dell’evoluzione della pandemia gli effetti delle misure di inizio dicembre si sono esauriti. Non sappiamo l’effetto del decreto di Natale che ha portato una zona rossa all’esterno, ma non conosciamo gli effetti di cosa è accaduto nelle case durante le feste in termini di contatti" dice invece Nino Cartabellotta, medico, presidente della Fondazione Gimbe, Ora «la politica deve decidere se andare avanti con un 'up and down' o se fare un lockdown più rigoroso per aiutare anche questa fase di vaccinazioni».