Aveva fatto da poco un video su Youtube prima di morire, asfissiato da un laccio intorno al collo, nel quale sorridente diceva di essersi tagliato i capelli. E’ l’ultima traccia fino ad ora accertata sulle attività online del bambino di 9 anni trovato ieri impiccato in casa. La Procura di Bari, che indaga come atto dovuto per istigazione al suicidio contro ignoti, ha affidato già ieri sera l'incarico per estrapolare i dati dai dispositivi elettronici sequestrati in casa dalla Polizia: una playstation, due telefoni della mamma e della sorella maggiore del bambino e da un computer. Il consulente ha lavorato tutta la notte e dai primi accertamenti sui due telefoni non emergono chat o applicazioni di social network o giochi online che potrebbero essere collegati al decesso. In particolare sul telefono della madre, che è quello che il bambino usava e che è stato trovato nella cameretta dove è morto, non c'era l’applicazione TikTok. Le verifiche comunque proseguono per estrapolare eventuali dati cancellati, chat o giochi e l’esito si conoscerà entro alcuni giorni. Intanto domani mattina sarà conferito l’incarico per l’autopsia. La dinamica fino ad ora accertata è quella di un soffocamento probabilmente accidentale. Il bambino, cioè, potrebbe aver stretto attorno al collo per gioco un laccetto agganciato ad una gruccia a sua volta appesa ad un attaccapanni fissato al muro, ad un’altezza tale da poter toccare il pavimento. Per questo l'ipotesi è che la pressione sul collo gli abbia fatto perdere i sensi finendo asfissiato. Una ricostruzione che dovrà essere comunque confermata dal medico legale. Le indagini sono coordinate dal procuratore facente funzione Roberto Rossi con la pm Angela Maria Morea, che al momento continuano a non escludere alcuna pista, eccetto quella della responsabilità diretta di altre persone nella morte del bambino. Stando agli accertamenti effettuati dalla Polizia, a trovarlo in fine di vita, con la cordicella ancora avvolta attorno al collo, è stata la madre, medico, che ha prestato i primi soccorsi in attesa del 118. Subito la Procura, sospettando che potesse trattarsi di un gioco online, come avvenuto qualche giorno fa a Palermo, ha disposto il sequestro dei dispositivi elettronici, che fino ad ora non hanno fornito elementi sospetti che confermino l’ipotesi di un suicidio causato da una sfida social. Del resto le testimonianze raccolte, di familiari e vicini di casa, descrivono il piccolo come un «bambino tranquillo e sereno». Potrebbe essersi trattato di un tragico incidente.