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Arrivano oltre 60mila dosi di vaccino, Miozzo: “Ancora troppa improvvisazione”

Il responsabile del Comitato tecnico-scientifico propone il “reclutamento” dei volontari della Protezione civile quando la vaccinazione diverrà più massiccia e capillare

Agostino Miozzo (Cts)

Sono arrivate all’aeroporto militare di Pratica di Mare le 66.000 dosi del vaccino Moderna inizialmente in programma questa settimana. Le fiale saranno ora distribuite dall’esercito nelle varie regioni che potranno cominciare la somministrazione già da domani o, al massimo, martedì.

Ma "E' ancora l'improvvisazione a farla da padrona". Ne è fermamente convinto Agostino Miozzo, responsabile del Comitato tecnico-scientifico. «Siamo in piena emergenza», ha affermato in una intervista,«ma vedo ancora troppa improvvisazione. A un anno dalla dichiarazione dello stato di emergenza dico che se vogliamo battere questo virus non possiamo permetterci altri errori. Rischiamo di pagarli a caro prezzo. Siamo stati travolti da un tremendo tsunami che ha sconvolto sistemi e strutture spesso non preparati a vivere emergenze così devastanti.  Purtroppo questa pandemia ha messo in evidenza le fragilità dei sistemi sociale e sanitario causate da decenni di abbandono e di scarsi investimenti politici ed economici». E l’errore più grave è stato «l'assenza della medicina del territorio».

Disordine e organizzazione superficiale

Miozzo si è concentrato anche sulla campagna dei vaccini «vedo ancora molta improvvisazione e poca preparazione del territorio», «vedo disordine e cattiva gestione del processo: i furbi del vaccino, la scarsa informazione sulle prospettive, la poca comunicazione dedicata a fasce diverse della popolazione. Finora le vaccinazioni sono state effettuate in luoghi protetti. Non posso immaginare cosa succederà quando dovremo andare a vaccinare persone non deambulanti, anziani che non hanno un pc per accreditarsi». Bisogna quindi «usare la Protezione civile e i suoi volontari e con le sue migliaia di organizzazioni presenti in modo capillare sul territorio, che dovranno ovviamente interagire con il sistema sanitario territoriale, i militari, la polizia, i carabinieri, la guardia di finanza. Soltanto questo sistema ha le risorse e le capacità logistiche e sanitarie per affrontare una campagna di questa dimensione». (AGI)

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