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Ponte Morandi: padre rinuncia a risarcimento milionario: "La vita di mio figlio non ha prezzo"

«Io spero che almeno ad aprile possa terminare questa fase, anche perchè si deve cristallizzare il perchè è caduto, questa è la cosa importante». Lo ha detto Roberto Battiloro, padre di Giovanni, una delle 43 vittime del crollo di ponte Morandi, uscendo dal tribunale di Genova dove si è svolta la prima udienza del secondo incidente probatorio sulle cause del disastro. La famiglia ha detto no a un "risarcimento" milionario: «La vita di mio figlio non ha un prezzo: al momento abbiamo rifiutato una forma di ristoro da parte della famiglia Benetton e Atlantia e penso andremo avanti nel processo così com'è giusto che sia - ha spiegato - Gli altri hanno fatto quello che hanno ritenuto giusto».

Secondo Battiloro, «il tribunale di Genova sta facendo un lavoro enorme, sono stupito del materiale raccolto nella perizia che è una cosa immane, inverosimile». Sul fatto che il deposito del software utilizzato per il calcolo del tiraggio dei trefoli possa crearsi ritardo, ha aggiunto: «non credo, penso ci sia una chiave di lettura: ci sarà la possibilità di confrontare i periti della difesa con i 4 tecnici della procura su questo software e sicuramente nelle prossime settimane riusciranno a trovare una quadra. Oggi si è iniziato e piano piano credo che questa procura e i tecnici ricondurranno tutto in una lettura normale dell’incidente probatorio».

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