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Coronavirus, le regioni cambiano colore: contagi in aumento, sfuma la Val d'Aosta zona bianca

Il ministro Speranza

Giornata di verdetti, giornata di nuove... colorazioni. Il venerdì, ormai da prassi, è il giorno in cui vengono diffusi i dati sul monitoraggio delle regioni. Numeri importanti che potrebbero cambiare il quadro delle restrizioni in particolare per alcuni territori più a rischio. Si confermano per la terza settimana segnali di tendenza ad un «graduale incremento nell’evoluzione epidemiologica» e si osserva un «peggioramento nel livello generale del rischio». Ciò richiede misure di mitigazione nazionali e puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione. Lo rileva la bozza di monitoraggio Iss-ministero della Salute. Un «nuovo rapido aumento nel numero di casi potrebbe rapidamente portare ad un sovraccarico dei servizi sanitari in quanto si inserirebbe in un contesto in cui l’incidenza di base è ancora molto elevata e sono ancora numerose le persone ricoverate per COVID-19». «Analogamente a quanto avviene in altri paesi Europei, si raccomanda il rafforzamento/innalzamento delle misure su tutto il territorio nazionale» sottolinea la bozza del monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute. Ciò anche per la circolazione di varianti a maggiore trasmissibilità. «Si ribadisce, anche alla luce della conferma della circolazione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità, di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e della mobilità».«È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine».

Chi cambia colore

Se da un lato ogni governatore cerca di portare acqua al proprio mulino annunciando che non ci sono motivi tali da passare dalla fascia attuale a quella più restrittiva, dall'altra c'è il proliferare delle varianti che tiene la “partita” aperta. La Lombardia, ad esempio, potrebbe subire una variazione cromatica (da gialla ad arancione), così come Lazio, Friuli, Piemonte, Marche, Campania ed Emilia Romagna (quest'ultima molto a rischio). Situazione particolare quella dell'Abruzzo che, dopo aver scelto la strada del lockdown per parte del territorio, potrebbe diventare tutta di colore rosso. Sono tre le regioni che dovrebbero passare dal giallo all’arancione in base ai dati del monitoraggio settimanale che sarà presentato oggi. Secondo quanto si apprende, sono il Molise, la Campania e l’Emilia Romagna. La Provincia Autonoma di Bolzano e l’Umbria dovrebbero passare al rosso anche se in parte già lo erano con ordinanze regionali. Alla luce delle ultime valutazioni della cabina di regia e del Comitato tecnico scientifico il Ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, firmerà in giornata una nuova ordinanza che andrà in vigore a partire da domenica 21 febbraio: passano così in area arancione le regioni Campania, Emilia Romagna e Molise.

La situazione di Calabria e Sicilia

Non sembrano esserci rischi da “retrocessione” per Calabria e Sicilia che rimarranno in zona gialla e che, ieri, hanno fatto registrare 480 i nuovi positivi Covid19 in Sicilia con 24.774 tamponi processati e una incidenza di poco inferiore al 2,0%. La regione è all’undicesimo posto nel numero dei nuovi contagi giornalieri. Mentre in Calabria si è abbassato, invece, il numero dei ricoverati (-6) e sono stati sottoposti a test 531.096 soggetti per un totale di a 562.061 tamponi eseguiti (allo stesso soggetto possono essere effettuati più test). Le persone risultate positive al Coronavirus sono 36.021, quelle negative 495.075.

La bozza

Sono 10 le Regioni e le Province autonome che hanno un Rt puntuale maggiore di 1, di cui 9 anche nel limite inferiore, compatibile con uno scenario di tipo 2, in aumento rispetto alla settimana precedente. E’ quanto risulta dal monitoraggio settimanale dell’Iss e del Ministero della Salute sull'andamento della pandemia. Una regione, l’Umbria, ha un livello di rischio alto. Sono 12, rispetto alle 10 della settimana precedente, le regioni a rischio moderato (di cui 6 ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e 8 a rischio basso.

La richiesta di restrizioni omogenee

«Credo che con l’arrivo delle varianti serva una valutazione diversa, sarebbe il caso di discutere fra governo e regioni, ne ho già parlato con i ministri Gelmini e Speranza, per capire se non valga la pena una restrizione omogenea di qualche settimana. Mi chiedo se questo saliscendi, con il cambio di colore delle regioni, alla luce delle varianti, non abbia qualche pecca che si può risolvere». Lo dice Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni a Sky Tg24.

Sfuma la Val d'Aosta zona bianca

Sfuma al fotofinish, alla luce dei dati contenuti nella bozza del report settimanale di monitoraggio di ministero della Salute e Iss, il sogno della Val d’Aosta di diventare la prima regione in zona bianca, il quarto livello introdotto dal Dpcm di gennaio che consentirebbe una serie di riaperture, a partire dai ristoranti aperti a cena e, nel caso della piccola regione alpina, dallo sci amatoriale. Per tornare a respirare un accenno di normalità (ferme restando ovviamente mascherine e distanziamento) servono tre settimane di fila con incidenza sotto i 50 casi per centomila abitanti e rischio basso. La Val d’Aosta, dopo due settimane in cui rientrava in questi parametri, manca il risultato nell’ultima settimana, con un’incidenza salita a 50,39 (era 41,59 sette giorni fa e soprattutto una classificazione complessiva del rischio che da bassa sale a moderata. Anche l’Rt, peraltro, aumenta da 0,77 a 0,92, con l’intervallo maggiore di confidenza addirittura sopra 1 (1,18). Tutti elementi che lasceranno la Val d’Aosta in fascia gialla.

Terapie intensive

Si osserva una stabilità nel numero di Regioni e Province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (5 Regioni/PPAA). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale continua ad essere alto ma sotto la soglia critica (24%). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in lieve diminuzione da 2.143 (09/02/2021) a 2.074 (16/02/2021).

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