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"L'avevo detto": tutte le gaffe sul coronavirus. Un anno di parole senza vergogna

«Dedicato a tutte quelle persone che non si sono sbilanciate, per opportunismo o superficialità, e ai giornalisti che non hanno dato modo di diffondere le loro...». Quale sia la parola finale tocca agli ascoltatori indovinarlo

NICOLA ZINGARETTI

Un anno di parole pronunciate senza vergogna da politici, uomini di scienza, virologi e sedicenti tali, giornalisti e persone di spettacolo dall’inizio della pandemia. «L'avevo detto» è il titolo ironico del primo podcast di Enrico Mentana, scritto da Stefano Bises. Il podcast è prodotto da Chora, la nuova podcast company italiana diretta da Mario Calabresi, e sarà disponibile gratuitamente su tutte le piattaforme audio ( Spreaker, Spotify, Apple Podcasts, Google Podcasts).

In 30 minuti il direttore del TgLa7 ripercorre dodici mesi di informazioni schizofreniche che oggi possono provocare solo una reazione: ridere. Un riso amaro, però, perché sullo sfondo ci sono i 90 mila morti provocati dal Covid. Si parte dalle rassicurazioni arrivate da più parti, quando il virus esplode in Cina, ma non è ancora arrivato nel nostro paese. Quando Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, dice all’ANSA che «il rischio di trasmissione del virus nel nostro paese è da molto basso a moderato», il virologo Roberto Burioni afferma che «il virus in Italia non c'è ed più giusto occuparsi dei fulmini» o la collega Ilaria Capua sostiene che «la mortalità è molto bassa e non credo che si profilino scenari apocalittici».

Da lì a poco quell'apocalisse scoppierà. Non prima però di aver visto all’azione imprenditori e politici, tutti a rassicurare e diffondere ottimismo: dalla Confindustria di Bergamo, al sindaco di Milano Beppe Sala, da Matteo Salvini e Giorgia Meloni, fino a Nicola Zingaretti che, dopo essersi fatto immortalare davanti a uno spritz a Milano, diviene il primo leader mondiale ad essere infettato. «Se fai vedere che sei spaventato, il virus finirà con lo spadroneggiare», sembra essere il messaggio.

Quindi arriva il lockdown, le prime migliaia di morti, la caccia ai runner, le gaffe dell’assessore lombardo Giulio Gallera. Fino al sospiro di sollievo nella tarda primavera, che ben presto si trasforma in azzardo. «Oggi è il 31 maggio, il virus dal punto di visto clinico non esiste più», è la ormai celeberrima sentenza del professor Alberto Zangrillo.

I presidenti di regione fanno a gara a chi riapre prima, a partire dalla Sardegna con i casi nelle discoteche. Ancora un profluvio di dichiarazioni per rassicurare che no, la seconda ondata non ci coglierà di sorpresa. E invece i morti saranno 60 mila, il doppio della prima ondata. «Questo podcast - conclude Mentana - è dedicato a tutte quelle persone che non si sono sbilanciate, per opportunismo o superficialità, e ai giornalisti che non hanno dato modo di diffondere le loro...». Quale sia la parola finale tocca agli ascoltatori indovinarlo.

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