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Oggi il nuovo Dpcm: le regole sino a Pasqua. Scuole chiuse nelle zone rosse

Confermata la chiusura delle scuole nelle zone rosse mentre nelle zone arancioni saranno i presidenti di regione ad avere la facoltà di chiudere quando si raggiungono i 250 casi positivi ogni 100mila abitanti. E’ quanto emerge dopo il vertice della cabina di regia, tenutosi a palazzo Chigi. Alle 12 il governo, con i ministri Speranza e Gelmini, incontreranno gli enti locali e le regioni. Il Dpcm entrerà in vigore dal 7 marzo. Durante il vertice - riferiscono più partecipanti - è stato richiesto il parere del Cts sulle varianti. Ed è emersa preoccupazione soprattutto per l’altissima contagiosità, in particolar modo della variante brasiliana.

Arduri sostituito, il centrodestra esulta

Esulta l’intero centrodestra che di Arcuri chiedeva da tempo la rimozione, da Matteo Salvini che parla di «missione compiuta», a Giorgia Meloni, che dal suo scranno di opposizione rivendica di essersi opposta per prima al commissario del governo Conte. «Era necessario che si mettesse in campo una struttura più efficiente per la somministrazione», commenta Silvio Berlusconi. Si compiace anche Matteo Renzi, che aveva sollevato il "nodo Arcuri" durante la crisi di governo. Rendono grazie all’uscente, dando il benvenuto al suo successore Nicola Zingaretti e Roberto Speranza. «Sono onorato di aver potuto servire il mio Paese in una stagione così drammatica», si limita a commentare Arcuri. Dare una spinta alle vaccinazioni, dall’approvvigionamento alla distribuzione e somministrazione, è una priorità assoluta per Draghi. Il tentativo è far crescere il numero delle vaccinazioni, che hanno superato le 100mila al giorno, e arrivare ad aprile a ben altri numeri. Ma il Paese attraverserà settimane «non facili», osserva il ministro della Salute, perché "la curva dei contagi sta risalendo in modo significativo» in gran parte delle Regioni. E’ «estremamente allarmante», avverte il presidente Massimiliano Fedriga, la situazione nel Friuli Venezia Giulia: «In una settimana quasi il 60% in più».

Primo Dpcm di Draghi: restano le zone colorate

Diversi governatori non escludono misure più restrittive. E gli occhi sono puntati su casi specifici, come la provincia di Brescia, che resterà in fascia arancione rafforzata per altri 8 giorni. E’ in questo contesto che Draghi si prepara a firmare il suo primo dpcm. Dal 6 marzo al 6 aprile resterà la divisione in fasce e non ci saranno allentamenti. Anzi, in zona rossa chiuderanno i barbieri parrucchieri e soprattutto tutte le scuole, anche asili, elementari e medie. L’orientamento viene confermato in una riunione del premier con i ministri in rappresentanza dei partiti, il titolare della scuola Patrizio Bianchi, il ministro dell’Economia Daniele Franco e gli esperti Agostino Miozzo e Franco Locatelli.

Resta il coprifuoco

Il coprifuoco rimane in tutte la fasce, ma in quella bianca può essere ridotto.

Spostamenti tra le Regioni

Rimane il divieto di spostamento tra le regioni, anche se si trovano in fascia bianca o gialla.Si può uscire soltanto per motivi di lavoro, salute e urgenza, con il modulo di autocertificazione. Si può andare nelle seconde case, ma soltanto se si trovano in fascia gialla o arancione.

Cinema e teatro dal 27 marzo

L’impianto del dpcm resta quello comunicato già venerdì alle Regioni: stop agli spostamenti (già disposta con decreto legge), con l’eccezione della riapertura di cinema e teatri dal 27 marzo, anche se gli esercenti del cinema (Anec) sottolineano che è solo «un primo passo simbolico, non la ripartenza del settore». Un tavolo con le Regioni aprirà poi la discussione sui parametri da adottare per il futuro per distinguere le aree rosse, arancioni e gialle: per ora i criteri non cambiano. Nella cabina di regia a Palazzo Chigi si discute anche l’urgenza di intervenire con i ristori per chi chiude, a partire dal decreto legge atteso entro la prossima settimana. E c'è chi, come la ministra Bonetti, pone l’accento sul nodo dei congedi per i genitori a fronte della chiusura delle scuole.

Palestre e piscine

In tutta Italia - tranne che nella fascia bianca - rimane il divieto di aprire palestre e piscine.

Il nodo scuola

L’ultimo nodo sul tavolo, spiegano i partecipanti alla riunione, è proprio la scuola. Draghi avrebbe dato un assenso al recepimento dell'indicazione del Cts sulla chiusura di tutti gli istituti in zona rossa e sul criterio di ulteriore chiusura, a livello locale, se si raggiungono 250 casi ogni 100mila abitanti anche nelle regioni non rosse. La discussione però si accende e divide i ministri in due "schieramenti" - con sfumature al loro interno - su come regolarsi in zona arancione. Speranza, con Dario Franceschini, Bianchi e Stefano Patuanelli, chiedono di valutare l’opportunità di chiudere anche negozi, per limitare focolai di contagio: non ha senso chiudere gli istituti e lasciare aperti i centri commerciali. Giancarlo Giorgetti, Mariastella Gelmini e Bonetti sarebbero dell’idea di non imporre misure troppo restrittive nelle zone non rosse e garantire, laddove possibile, la scuola in presenza: chiudere i negozi in zona arancione, è l’obiezione, equivarrebbe ad estendere quasi ovunque le regole da zona rossa.

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