«La realtà dei fatti ci dice che le misure previste dall’ultimo Dpcm non bastano. I casi che abbiamo visto nel fine settimana sono con molta probabilità casi sintomatici ovvero sono persone che sono state tamponate perché presentavano problemi e quindi molti di loro avranno avuto bisogno di cure a domicilio o in ospedale. E questo è un bel preannunzio della settimana che ci aspetta». Così Massimo Galli, direttore della Struttura di Malattie Infettive presso l'Ospedale Sacco di Milano, durante la trasmissione Agorà su Rai Tre. «Quello che vediamo non è stupefacente, è quanto ci si poteva attendere succedesse - ha proseguito l’esperto - considerando le settimane precedenti e anche le esperienze dei paesi vicini, e considerando anche che quello che è stato messo in campo era e si è dimostrato ampiamente insufficiente. Anzi - ha concluso - ci sono state riaperture proprio quando non si sarebbe dovuto riaprire nulla».
Buona parte dell'Italia verso il rosso
I lockdown locali sempre più diffusi porteranno buona parte dell’Italia in rosso e un monitoraggio costante dell’andamento della curva del virus, per essere pronti ad intervenire con «il massimo rigore» nel caso le varianti dovessero far salire in maniera esponenziale i contagi. Il Governo si prepara ad affrontare un’altra settimana difficile nella lotta al Covid, consapevole che potrebbe esser chiamato ad adottare ulteriori provvedimenti nonostante il primo Dpcm firmato dal premier Mario Draghi sia in vigore da sole 24 ore.
Terapie intensive in difficoltà
I numeri confermano la preoccupazione espressa degli scienziati, che più volte nei giorni scorsi hanno ribadito la necessità di rafforzare e innalzare le misure a livello nazionale e locale e di ridurre drasticamente la mobilità e le interazioni tra i cittadini: anche oggi quasi 21mila nuovi positivi, il tasso di positività che sale di ben un punto e si assesta al 7,6% e altri 207 morti, con il numero delle vittime che nelle prossime ore supererà la cifra, inimmaginabile un anno fa, di 100mila dall’inizio dell’emergenza. Non solo. Nei reparti ordinari degli ospedali ci sono stati altri 443 ingressi in 24 ore, con il totale dei ricoverati che è tornato sopra i 21mila. E le terapie intensive crescono costantemente da 18 giorni: oggi ci sono 2.605 pazienti, oltre 500 in più in due settimane. Nove regioni, inoltre, hanno superato la soglia critica del 30% di occupazione dei posti in Terapia intensiva. Tutti chiari sintomi che la curva continua a crescere inesorabilmente.
Le ipotesi
Di qui lo scenario, che allo stato attuale è poco più di un’ipotesi, di lockdown locali sempre più diffusi che porteranno buona parte dell'Italia in rosso: un rafforzamento delle misure di contenimento su scala nazionale, che da una parte consenta di intervenire con «il massimo rigore» nel caso le varianti dovessero far salire in maniera esponenziale i contagi; dall’altra permetta di accelerare nella campagna di vaccinazione. Se non dovessero bastare le misure a livello locale, sul tavolo del governo ci sono una serie di ipotesi che potrebbero essere adottate in vista di Pasqua: dalla proroga del divieto di spostamento, che scade il 27 marzo e già viene data per scontata, al coprifuoco anticipato alle 19 fino a weekend chiusi e a un innalzamento delle restrizioni come è accaduto nel periodo di Natale. Tutti interventi per cercare di evitare fino alla fine un lockdown generale che metterebbe ulteriormente in ginocchio l'economia. Nel pomeriggio, intorno alle 17, dovrebbe riunirsi la cabina di regia per definire le nuove misure, che potrebbero scattare già da venerdì.
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