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Bombardieri: "Le cosche facevano quello che volevano". Favori anche ai detenuti

Giovanni Bombardieri

«Quest’operazione interviene in un momento in cui la sanità calabrese è al centro dell’attenzione in ragione di tutta una serie di disfunzioni che si sono verificate e in un momento in cui sono state sciolte le Asp di Reggio Calabria e di Catanzaro. L’approvvigionamento delle strutture sanitarie avveniva attraverso aziende che rientravano nell’orbita di controllo della cosca stessa». A dirlo il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri nel corso della conferenza stampa in cui sono stati illustrati i dettagli dell’inchiesta «Chirone» sulle infiltrazioni della cosca Piromalli nell’Asp di Reggio Calabria, già sciolta per infiltrazioni mafiose due anni fa. Gli ordinativi alle ditte riconducibili ai Piromalli, "venivano remunerati con regali che andavano dalla borsa griffata a vere e proprie percentuali, dal 2,5 al 5%, dell’importo dell’ordine stesso - prosegue il magistrato - Abbiamo riscontrato trasferimenti e nomine all’interno della sanità gioiese che rafforzavano il potere della cosca che poteva fare quello che voleva all’interno delle strutture ospedaliere che non riguardavano solo il territorio di Gioia Tauro. Ci sono relazioni con l’ospedale di Polistena, di Melito, di Reggio Calabria e Locri dove la cosca voleva fornire prodotti medicali. I Tripodi potevano vantare rapporti privilegiati con personaggi di spicco della sanità come Salvatore Barillaro». Bombardieri parla anche del ginecologo Antonino Coco nei confronti del quale, spiega il procuratore Bombardieri, «è emerso un accordo politico elettorale con la cosca Alvaro e in particolare con Domenico Laurendi nell’interesse di Domenico Creazzo». Quest’ultimo è l'ex sindaco di Sant'Eufemia d’Aspromonte coinvolto nell’inchiesta «Eyphemos» che si era candidato alle regionali del 2020 con Fratelli d’Italia. Alle stesse elezioni era candidato lo stesso Coco nella lista della Lega.

«Dall’attività investigativa è emerso non solo il controllo delle forniture delle strutture sanitarie che fanno capo all’Asp di Reggio Calabria, per cui poli ospedalieri di Polistena e Locri e gli ospedali di Reggio Calabria, Melito Porto Salvo e Gioia Tauro, con tutta la struttura sanitaria gestita amministrativamente dall’Asp di Reggio Calabria, ma sono in grado anche di orientare e condizionare le nomine all’interno della struttura amministrativa». Lo ha detto il comandante del Ros dei Carabinieri, generale Pasquale Angelosanto, nel corso della conferenza stampa tenuta in remoto per illustrare i dettagli dell’operazione Chirone, svolta dai Carabinieri e coordinata dalla DDA di Reggio Calabria diretta dal procuratore capo Giovanni Bombardieri.
«Un altro aspetto - ha rivelato il generale Angelosanto - riguarda le certificazioni di favore che vengono fatte in favore di associati per alleggerirne le condizioni carcerarie o per trasferire la detenzione dal carcere in strutture sanitarie come in un caso in cui si è registrato l’interesse per trasferire un condannato in detenzione ospedaliera allo Spallanzani di Roma»

 

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