Oltre il 25% della popolazione mondiale è a rischio desertificazione a causa delle crescenti pressioni esterne dovute alle attività umane ed al cambiamento climatico che aggraveranno ulteriormente la desertificazione. Una problematica facilmente riconoscibile anche in Italia, specialmente in Puglia, Sicilia e Sardegna.
I sei ricercatori, grazie all'analisi di dati satellitari della vegetazione pugliese effettuata sulla base della resilienza della chioma degli alberi ad eventi estremi quale la siccità, hanno identificato alcune zone aride del Mediterraneo dove la desertificazione avanza rapidamente. La metodologia matematica può essere facilmente estesa ad altre regioni, come la Sicilia, che richiedono interventi mirati finalizzati alla conservazione e ad una gestione sostenibile delle aree interessate. "I risultati ottenuti - spiega Mulder - hanno dimostrato un'elevata resa spaziale nel riconoscimento del degrado del suolo e della massiccia desertificazione nel Sud Italia in generale e della Puglia in particolare. Di conseguenza, la suscettibilità della terra al degrado, misurata con questo approccio, può aiutare a quantificare la vera desertificazione del suolo, con evidenti vantaggi operativi per la gestione e la pianificazione paesaggistica".
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