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Sicilia, alteravano dati su positivi e tamponi: indagato l'assessore Razza. Tre arresti-I NOMI

Gli arrestati sono accusati di aver alterato, in svariate occasioni, il flusso dei dati riguardante la pandemia

Evitare la zona rossa, impedire le restrizioni impopolari, dare una immagine di efficienza. Cosa avrebbe motivato la presunta manipolazione dei dati sui contagi Covid in Sicilia, orchestrata dai dirigenti regionali su sollecitazione della politica? Di volta in volta uno e tutti questi motivi insieme, secondo il gip di Trapani, Caterina Brignone, che ha ordinato tre arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta che ha colpito il cuore del sistema chiamato a contenere l’emergenza pandemica: il Dipartimento regionale per le Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico dell’assessorato della Salute.
Avrebbero alterato i dati sulla pandemia (modificando il numero dei positivi e dei tamponi e a volte anche quello dei decessi) diretti all'Istituto Superiore di Sanità, condizionando i provvedimenti adottati per il contenimento della diffusione del virus.

Le accuse: falso materiale ed ideologico. Tre arresti

Ai domiciliari sono finiti la dirigente generale del Dasoe Maria Letizia Di Liberti, il funzionario della Regione Salvatore Cusimano e il dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati dell'assessorato Emilio Madonia.

Nell'inchiesta è indagato anche l'assessore regionale alla Sanità della Sicilia Ruggero Razza. Oggi gli è stato notificato un invito a comparire con avviso di garanzia. E' accusato di falsità materiale ed ideologica. I carabinieri gli hanno anche sequestrato dei telefoni. L'assessore ha chiesto al presidente Musumeci di accettare le sue dimissioni.

L'inchiesta

L'inchiesta nasce dalla scoperta che in un laboratorio di Alcamo (Tp), da qui la competenza della Procura di Trapani, erano stati forniti dati falsati su decine di tamponi. I pm hanno avviato accertamenti che sono arrivati all'Assessorato regionale. Diverse intercettazioni confermerebbero l'alterazione dei dati inviati all'Iss.

Secondo i militari del Nas, che conducono l'inchiesta, "sebbene non emerga ancora compendio investigativo grave, è emerso il parziale coinvolgimento di Razza nelle attività delittuose del Dasoe", il Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico.

Dal mese di novembre sarebbero circa 40 gli episodi di falso documentati dagli investigatori dell'Arma, l'ultimo dei quali risalirebbe al 19 marzo 2021. Sono state effettuate perquisizioni domiciliari nei confronti di altri sette indagati alla ricerca di materiale informatico e documenti utili alle indagini. Infine sono state acquisite email e dati presso i server dell'assessorato Regionale alla Salute e Dipartimento.

Il gip di Trapani parla di "disegno politico scellerato". Positivi e decessi "spalmati" nel tempo per evitare, secondo gli inquirenti, che la Sicilia fosse messa in zona rossa. Dall'indagine, scrive il gip, "sembra estraneo il presidente della Regione Nello Musumeci, che pare tratto in inganno dalle false informazioni che gli vengono riferite". Oltre ai tre ai domiciliari sarebbero indagati il vice capo di gabinetto dell'assessorato Ferdinando Croce e il dirigente Mario Palermo.

In particolare gli arrestati sono accusati di aver alterato, in svariate occasioni, il flusso dei dati riguardante la pandemia, modificando il numero dei positivi e dei tamponi, diretto all’Istituto superiore di sanità, alterando di fatto la base dati su cui adottare i provvedimenti per il contenimento della diffusione del virus. Secondo l'accusa i dati sarebbero stati alterati per evitare alla Sicilia di entrare in zona rossa. Dal mese di novembre sarebbero circa 40 gli episodi di falso documentati dagli investigatori dell’Arma, l'ultimo dei quali risalirebbe al 19 marzo 2021. Sono state effettuate perquisizioni domiciliari nei confronti di altri sette indagati alla ricerca di materiale informatico e documenti utili alle indagini. Infine sono state acquisite email e dati presso i server dell’assessorato Regionale alla Salute e Dipartimento.

L'accusa del gip di Trapani, Caterina Brignone

«Quanto al fine ultimo perseguito attraverso la deliberata e continuata alterazione dei dati pandemici - scrive il giudice - la natura e le conseguenze delle condotte delittuose poste in essere nonché la qualità dei soggetti coinvolti ed il loro concertato agire, inducono a ritenere che gli indagati non abbiano perseguito finalità eminentemente personali, ma abbiano operato nell’ambito di un disegno più generale e di natura politica. Si è cercato di dare un’immagine della tenuta e dell’efficienza del servizio sanitario regionale e della classe politica che amministra migliore di quella reale e di evitare il passaggio dell’intera Regione o di alcune sue aree in zona arancione o rossa, con tutto quel che ne discende anche in termini di perdita di consenso elettorale per chi amministra». «Un disegno politico scellerato», per il gip, che avrebbe avuto tra i suoi protagonisti la dirigente generale del dipartimento, Maria Letizia Di Liberti, finita ai domiciliari, e l’assessore alla Salute, Ruggero Razza, tra gli indagati per falso materiale e ideologico, dimessosi dopo il ciclone giudiziario.

Indagato l'assessore regionale alla Sanità Razza

L'assessore Ruggero Razza è indagato nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Trapani sui dati falsi sulla pandemia comunicati dal Dipartimento dell’assessorato all’Istituto Superiore di Sanità. Oggi gli è stato notificato un invito a comparire con avviso di garanzia. E’ accusato di falsità materiale ed ideologica. I carabinieri gli hanno anche sequestrato dei telefoni. Secondo il giudice per le indagini preliminari, ci si trova di fronte a "un disegno politico scellerato a cui sembra estraneo il presidente della Regione Musumeci, che anzi - scrive il gip - pare tratto in inganno dalle false informazioni che gli vengono riferite". Nell'inchiesta risultano indagati anche il vice capo di gabinetto dell'assessore Razza, Ferdinando Croce e Mario Palermo, direttore del Servizio 4 del Dipartimento retto da Maria Letizia Di Liberti. Indagati anche Salvatore Cusimano, dipendente della Regione Siciliana; Emilio Madonia, dipendente della Società "Pricewaterhousecoopers Public Sector srl", che gestisce il sistema informatico dei flussi dei dati dell’assessorato, Giuseppe Rappa e Roberto Gambino, dipendenti dell’Asp di Palermo.

Le intercettazioni

«Letizia è inutile che facciamo stare in piedi sacchi vuoti... c'è stata una gravissima sottovalutazione e il dato finale di questa sottovalutazione di questa gravissima sottovalutazione è scritto in quegli indicatori, poi secondo me sono sbagliati perché mettono sullo stesso piano indicazioni diverse, però come avrai visto ci sono dei dati dove noi comunichiamo zero! ... E chissà da quanto!». Così l’assessore regionale alla Sanità siciliana Ruggero Razza parlava, non sapendo di essere intercettato, con la dirigente regionale Letizia Di Liberti dei dati sulla pandemia comunicati all’Iss. Entrambi sono coinvolti nell’inchiesta sui dati falsi forniti all’Istituto di Sanità. L’intercettazione è agli atti dell’indagine. La conversazione telefonica è del novembre scorso dopo la decisione del Governo di mettere la Sicilia in «zona arancione». Nella telefonata l’assessore si dice amareggiato, deluso - scrive il gip - «per non essere riusciti ad assicurare la buona gestione dell’emergenza sanitaria». «Razza - spiega il giudice - riferisce che il 90% della situazione creatasi è attribuibile alla loro piena responsabilità, ma la Di Liberti sostiene che i dati sono quelli estrapolati dalle piattaforme informatiche, al che l’assessore le fa notare, con rammarico, che nessuno lo ha mai informato della grave criticità emersa, a suo dire, da un raffronto dei dati della Regione Siciliana con quelli comunicati dalle altre Regioni». Razza, inoltre, facendo riferimento agli indicatori alla base del calcolo dell’indice RT, dice alla dirigente di aver constatato anche il mancato allineamento dei dati contenuti nelle piattaforme della Protezione Civile con quelli dell’ISS.

 

Musumeci: fiducia nell'assessore Razza. Abbiamo chiesto noi la zona rossa. E convoca giunta straordinaria

"In questi casi si resta sorpresi. Noi le zone rosse le abbiamo anticipate, non le abbiamo nascoste, ma bisogna avere rispetto per la magistratura. E ho fiducia nell’assessore Razza: se fosse ritenuto responsabile, da solo agirebbe di conseguenza, ma in questo momento bisogna essere sereni e fiduciosi nella magistratura. Sono convinto che la verità emergerà prestissimo. Lasciamo lavorare chi deve lavorare e alla fine ne trarremo le conclusioni". Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, in merito all’inchiesta della Procura di Trapani sui presunti dati alterati dei contagi in Sicilia che vede tra gli indagati l'assessore alla Salute Ruggero Razza. Il presidente della Regione ha aggiunto: «Quello che abbiamo fatto in un anno è stato improntato alla massima trasparenza, abbiamo sempre seguito la linea del rigore e della fermezza». «Fino alla scorsa settimana - ha proseguito - abbiamo chiesto noi a Roma la zona rossa perché noi guardavamo al numero dei morti. Facciamo andare avanti le indagini, gli avvisi di garanzia servono a fare chiarezza, lasciamo lavorare e alla fine ne trarremo le conclusioni».

Intanto il presidente Musumeci ha convocato una riunione straordinaria della Giunta, dopo le dimissioni presentate dall’assessore alla Salute, Ruggero Razza, indagato per falso materiale e ideologico nell’ambito dell’inchiesta sui presunti dati Covid alterati alla Regione. L’esponente politico, fedelissimo del capo dell’esecutivo siciliano, aveva rimesso il suo mandato nelle mani governatore, chiedendogli di accettare le dimissioni. E Musumeci riprende per se la delega alla Sanità.

Tensioni all'Ars. Miccichè: "Musumeci verrà a riferire"

«Chiederò al presidente della Regione che venga a riferire in aula su quanto accaduto. Diamogli il tempo di avere tutte le informazioni necessarie. Vedremo se lo farà domani o dopodomani, anche in funzione delle notizie che deve acquisire. Garantisco che sarà in tempi brevissimi però la preghiera che rivolgo a tutti è di andare avanti con la finanziaria». Così il presidente dell’Ars, Gianfanco Miccichè, in apertura della seduta d’Aula per l’esame della legge di stabilità della Regione. A chiedere la presenza del governo in Aula, dopo le notizie dell’inchiesta che riguarda i presunti dati falsati sul Covid e che vede come indagato l’assessore alla Salute Ruggero Razza, il quale ha presentato le dimissioni, è stato il capogruppo del M5s Giovanni Di Caro che ha parlano di «fatti gravissimi». «Andiamo avanti con la finanziaria - ha ribadito Miccichè - vi garantisco che appena il presidente Musumeci sarà nelle condizioni di farlo verrà all’Ars a riferire». I lavori sono così ripresi della norma 50 che introduce disposizioni per favorire il ritorno in Sicilia: in totale rimangono una ventina di articoli da approvare.

Orlando: "Il comune di Palermo si costituirà parte civile"

"Il Comune di Palermo si costituirà Parte Civile in questo procedimento giudiziario, visto che proprio sui dati si sono basate molte scelte e provvedimenti amministrativi in questi mesi". Lo afferma il sindaco Leoluca Orlando. "Come "presidente dell'Anci Sicilia convocherò il direttivo - aggiunge - per valutare tutte le iniziative da assumere ivi compresa la costituzione di Parte Civile e ogni altra azione a garanzia del rispetto del diritto alla salute di tutti e dell'esercizio corretto delle competenze comunali".

 

 

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