Domenica 24 Novembre 2024

Denise Pipitone, il legale e la mamma: Olesya Rostova non è lei. La tv russa conferma

Il gruppo sanguigno di Olesya Rostova e quello di Denise Pipitone non coincidono. Si conclude così, a mezzo tv, l’ennesima falsa pista che aveva dato speranza a Piera Maggio e a tutta Mazara del Vallo. E si conclude male, non tanto per la notizia in sé, dato che la famiglia di Denise aveva sempre mostrato di voler restare coi piedi per terra, ma per il modo in cui è maturata, con l’emittente televisiva russa Primo Canale che ha voluto chiaramente sfruttare la "pista italiana" fino all’ultimo, per ragioni di show business. La puntata di questa sera di «Lasciamoli Parlare», alla quale ha preso parte l’avvocato di Piera Maggio, Giacomo Frazzitta, dopo un tira e molla con la produzione russa, è stata infatti preceduta, martedì, da un episodio interamente dedicato a Olesya in cui la vicenda della scomparsa di Denise è stata ampiamente usata per creare attesa e montare il caso internazionale. In studio, in realtà, era presente un’altra famiglia, russa, che subito dopo l’appello di Olesya si era fatta avanti per reclamare una possibile compatibilità, vicenda che peraltro era già trapelata su una testata locale della regione di Arkhangelsk. Questo non ha impedito a Primo Canale di tirare dritto e organizzare - in falsa diretta, poiché il programma viene registrato - la comparazione del DNA tra Olesya e l'aspirante madre, Valentina Kharyov. In studio Olesya le si è seduta accanto, l’ha chiamata «mammina», e le due donne hanno atteso il risultato trepidanti, mano nella mano. Ma non è andata. Così si è passati alla fase due, ovvero il capitolo Denise Pipitone. «Abbiamo ritenuto corretto trasmettere nota alla Procura della Repubblica di Marsala che valuterà se procedere ad ulteriori accertamenti», ha detto Frazzitta riguardo al gruppo sanguigno di Olesya. Un atto dovuto, evidentemente. Anche a rimarcare la diversa impostazione tenuta nella vicenda dalla famiglia di Denise. In tv, non a caso, è andato in scena un siparietto surreale tra lo stesso Frazzitta e il conduttore della trasmissione, Dmitriy Borisov. Quando si è finalmente arrivati al dunque, infatti, Borisov si è fatto portare in studio una busta chiusa con dentro il responso sul gruppo sanguigno di Olesya: a quel punto Frazzitta avrebbe dovuto comunicare quello di Denise e, tra la suspense d’inquadrature e mossette varie, il destino di queste due famiglie sarebbe stato finalmente svelato. Ma non è finita così. Il legale di Piera Maggio si è infatti rifiutato e ha preteso la procedura opposta. Morale, dopo diversi minuti d’incertezza e battibecchi, a risolvere il tutto è stato il corrispondente della Rai a Mosca, Marc Innaro, invitato tra i partecipanti alla trasmissione, che ha prestato il suo cellulare a Borisov e l’informazione è stata finalmente comunicata. Dunque è stato Frazzitta a rivelare che i due gruppi non coincidono, anche se in coda di puntata in studio, a Mosca, si è invece ventilata l’ipotesi che il test effettuato a suo tempo su Denise possa essere errato e dunque vi sia la necessità di procedere comunque con la comparazione del DNA. Ma la famiglia di Denise ha già detto che non si presterà. «Dire che si è trattato di una trasmissione trash è un eufemismo. Hanno voluto mettere in piazza il dolore e le vite spezzate delle persone senza alcun rispetto. Ho accettato di andare in quella trasmissione e di metterci la faccia solo perché volevamo sapere subito la verità», ha spiegato l’avvocato Frazzitta: «adesso basta». Al momento pare proprio che la ricerca di Denise debba ripartire dalla casella del via. Quella di Olesya, invece, continua. Probabilmente in (finta) diretta tv. Intanto a "Pomeriggio Cinque" nuove indiscrezioni sul caso di Olesya Rostova. A ottobre avrebbe partecipato a un reality show trasmesso su internet, dove quindici ragazze giovanissime si devono far filmare 24 ore su 24 per emergere. Il produttore del reality avrebbe pubblicato sui suoi social queste frasi, scritte in lingua italiana: “Olesya Rostova nel mio reality show ha detto che avrebbe fatto di tutto per fare TV. Ho tutte le prove video. È solo un’attrice in cerca di visibilità”.

Denise Pipitone scomparsa dal 2004, 17 anni di ricerche

A settembre saranno 17 anni che la scomparsa di Denise Pipitone rimane irrisolta e in questi anni sono emerse varie piste fino ad ora rilevatesi tutte infondate. Ecco la cronologia delle principali tappe della vicenda: 1 settembre 2004: alle 11.40 Denise, quasi 4 anni, scompare davanti a casa della nonna materna Francesca Randazzo, a Mazara del Vallo, mentre stava giocando con i cuginetti. Il padre, Toni Pipitone, 40 anni, fa il muratore; la madre, Piera Maggio, 35 anni, è casalinga. La coppia ha un altro figlio di 11 anni, Kevin. 25 ottobre 2004: Gli inquirenti hanno tracciato diverse piste investigative, tutte puntualmente scartate: da quella dei nomadi, al traffico di organi umani, da quella della pedofilia, fino ai seguaci delle «messe nere». L’unica ipotesi rimasta ancora in piedi sarebbe quella legata a un movente «privato». 5 maggio 2005: Jessica Pulizzi, sorellastra di Denise, è indagata per concorso in sequestro di persona. Il movente "gelosia e astio". Denise sarebbe figlia naturale di Pietro Pulizzi, nata da una relazione extraconiugale della madre Piera Maggio. 10 dicembre 2007: un pentito Giuseppe D’Assoro, di 46 anni, confessa di aver tenuto il corpo della piccola in un congelatore e di averlo buttato in mare. L’uomo in carcere per omicidio sostiene di aver aiutato l’ex moglie a disfarsi del corpo della piccola. La donna che accusa è la zia della bambina Rosalba Pulizzi. Anche questa è una pista che poi risulterà falsa. 11 settembre 2008: una bambina viene fermata sull'isola di Kos in Grecia con una rom di origine albanese. La piccola parla molto bene l’italiano. Vengono fatte indagini sul Dna, ma non è quello della piccola Denise. 15 maggio 2009: La Procura di Marsala indaga per concorso in sequestro di persona la sorellastra di Denise, Jessica Pulizzi. 18 gennaio 2010: il Gup rinvia a giudizio Jessica Pulizzi, per sequestro di persona. L’accusa si basa su una intercettazione ambientale. Negli uffici della polizia, dove attende di essere sentita, la giovane confida alla madre: "Io a casa c'a purtai" (a casa gliela portai). 27 giugno 2013: Jessica, a 26 anni, viene assolta dal Tribunale di Marsala (la richiesta dei pm era di 15 anni). 6 dicembre 2014: la Procura di Marsala apre un’inchiesta per omicidio contro ignoti. La svolta arriva all’indomani della deposizione in aula di uno dei periti incaricati di trascrivere il contenuto delle intercettazioni ambientali. L’11 ottobre 2004, parlando con la sorella minore Alice in casa della madre Anna Corona, Jessica bisbiglierebbe: «Eramu n'casa a mamma l’ha uccisa a Denise» (Eravamo a casa, la mamma ha ucciso Denise), intimando ad Alice di mantenere segreta la notizia. 2 ottobre 2015: Assolta anche dalla Corte d’Appello di Palermo la sorellastra Jessica Pulizzi. 5 settembre 2017: per la Cassazione solo qualche indizio ma nessuna prova del coinvolgimento nel sequestro a carico della sorellastra Jessica Pulizzi. 11 ottobre 2017: La Procura di Marsala riapre il caso e dispone che tutte le impronte rilevate in vari luoghi e su diverse auto siano sottoposte a un esame per la ricerca del Dna. 31 marzo 2021: la trasmissione "Chi l’ha visto?" mostra l'appello di una ragazza, Olesya Rostova, fatto alla televisione russa per cercare la madre. Racconta di essere stata rapita quando era piccola, di avere avuto 5 anni anni quando è stata ritrovata, tolta a una nomade e collocata in un orfanotrofio. La giovane vive a Mosca ed ha la stessa età di Denise e somiglia molto alla mamma Pietra Maggio. Ora si attende il test del Dna.

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