«Il vaccino di AstraZeneca è in grado di proteggere assai efficacemente dal rischio di malattia grave e di morte», e «non è vero che si è generata confusione nell’indicare un uso preferenziale delle dosi di AstraZeneca nelle diverse fasi». In una intervista al Corriere della Sera il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli spiega ancora una volta il suo pensiero sul caso AstraZeneca. «All’inizio del suo impiego, pur essendo approvato per tutti i pazienti maggiorenni, i dati disponibili sull'efficacia nelle persone anziane erano limitati e per questa parziale incertezza se ne è consigliato l’uso preferenziale nei soggetti sotto i 55 anni d’età», ha detto. «Ma il profilo di sicurezza oltre questo limite d’età non è mai stato in discussione. Una volta disponibili dati di notevole efficacia anche negli anziani si è estesa la raccomandazione anche a loro. Devono avere assoluta fiducia».
Per Locatelli, chi ha più di 60 anni non deve avere alcun dubbio sul siero anglo-svedese. «Certo, la protezione dal Covid-19 è fondamentale. Non solo. Oltre i 60 anni d’età l’incidenza di trombosi dei seni venosi cerebrali (l'effetto avverso di cui si ipotizza un legame tutto da dimostrare con il vaccino, ndr) è da 5 a 10 volte più basso negli immunizzati con AstraZeneca rispetto al numero atteso nella popolazione di pari età. Infine, non vi sono evidenze per sconsigliare una seconda dose a chi ha ricevuto la prima senza problemi. Ad oggi non è stato osservato alcun evento tromboembolico dopo la seconda somministrazione», ha aggiunto.
Aperture ponderate o si torna indietro
«Per la terza settimana consecutiva c'è una riduzione della diffusione del contagio. Ma guai se pensassimo che siamo completamente fuori dal problema. Ci ritroveremmo alla situazione di metà marzo avendo vanificato settimane di sacrifici per l’intero Paese». Lo ha dichiarato Franco Locatelli, coordinatore del comitato tecnico scientifico, in una intervista al Corriere della Sera. «Sono in miglioramento sia l’incidenza cumulativa di tamponi positivi ogni 100.000 abitanti, scesa al valore di 185 contro 239 della settimana precedente, e il valore di Rt pure diminuito a 0.92 dal precedente valore di 0.98», ha spiegato il professore. «Sono in ulteriore diminuzione anche i nuovi casi non associati a catene di trasmissione. Per la prima volta, questa settimana, per 3 giorni consecutivi si è ridotto il numero di pazienti in terapia intensiva».
Aggiunge Locatelli nell’intervista: «Questi segnali indicano che, come atteso, le misure messe in atto hanno consentito di riportare la situazione sotto controllo riducendo la circolazione virale e la pressione sulle strutture sanitarie territoriali». Per Locatelli «le aperture vanno certamente fatte per rispondere alla crisi economica e sociale, ma devono essere ben ponderate in funzione dei numeri».
Consideriamo un rinvio dei richiami
«Si sta considerando di allungare l’intervallo tra la prima e la seconda dose a 42 giorni e usare le dosi disponibili per aumentare il numero dei nuovi vaccinati». Lo ha dichiarato in una intervista alla Stampa Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico. «Anche il CDC (l'agenzia federale americana) ha suggerito questa soluzione - spiega - in caso di necessità. Non credo si rischi poi di restare senza vaccini per i richiami, perchè Pfizer e Moderna hanno dimostrato di saper rispettare gli impegni presi sulle forniture».
Sul tema del possibile aumento dei rifiuti del vaccino AstraZeneca da parte di over 60, dopo la circolare del ministero della Salute che ha indicato un suo uso 'preferenzialè in quella fascia di età, il coordinatore del Cts è convinto che «se cominciamo a dire che va garantita un’alternativa rischiamo di alimentare paure e incertezze. Io dico che stiamo offrendo un vaccino sicuro ed efficace, che le persone devono accettare. Poi, se ci troveremo davanti a un numero disarmante di defezioni, riconsidereremo la questione».
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