Si avvicina la verifica di metà mese per valutare, se i dati epidemiologici lo consentiranno, eventuali riaperture prima della fine di aprile a partire da ristoranti, musei, cinema e teatri, e sale la tensione nella maggioranza ma anche tra il governo e le Regioni con il commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo che, stoppando la fuga in avanti del presidente della Campania Vincenzo De Luca pronto a vaccinare le categorie economiche prima dei 60 e 70enni, ricorda le indicazioni dell’esecutivo a tutti i presidenti che continuano a voler andare per conto loro. Il piano vaccinale «deve proseguire in maniera uniforme» in tutta Italia, «senza deroghe ai principi che lo regolano».
E litigano tra loro pure i governatori sull'ipotesi di isole Covid free, con il neo presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga che invita tutti a lavorare per tenere il paese unito. A palazzo Chigi la data per riaprire ancora non c'è e si continua a ribadire la linea dettata dal premier Mario Draghi: le prossime settimane saranno quelle in cui si parlerà di riaperture e non di chiusure. Ed «essenziali» per ogni decisione saranno i dati e l’andamento della campagna vaccinale. Quel che è certo è che quando si deciderà di riaprire ci saranno interventi selettivi e graduali. Per questo si è cominciato a lavorare sui protocolli di sicurezza dei vari settori, a partire dal mondo della cultura e della ristorazione. Il Comitato tecnico scientifico ha iniziato dalle richieste di musei, cinema, teatri e spettacoli dal vivo, che chiedono di poter tornare a lavorare e puntano ad un ampliamento della capienza finora consentita da 200 persone a 400 al chiuso e da 400 a mille all’aperto.
L’altro settore è quello della ristorazione: nelle prossime ore la Fipe vedrà il ministro Giancarlo Giorgetti per sottoporgli il protocollo già presentato a gennaio che prevedeva ristoranti aperti anche la sera nelle zone gialle e a pranzo in quelle arancioni, con prenotazione obbligatoria. Linea che difficilmente passerà il vaglio del Cts anche se l’obiettivo di tutti è di far ripartire almeno i locali che hanno spazi all’aperto e che si trovano in zona gialla, per poi proseguire con il resto. Più avanti si discuterà invece della riapertura delle palestre, solo per le lezioni individuali. Il nodo politico però è proprio la data, con il governo che non ha ancora convocato la cabina di regia. Matteo Salvini ribadisce che dove la situazione sanitaria è sotto controllo "bisogna aprire già domani» mentre Forza Italia insiste sul 20 aprile come data giusta per «fare un punto in Cdm». Posizioni difficilmente compatibili con quelle del Pd e di Roberto Speranza: servono ristori sostanziosi, è la linea, e prima di maggio non si parla di riaperture. «Ad aprile conviene tenere ancora la massima prudenza - dice il ministro della Salute - A maggio, a seconda dei parametri del contagio e della capacità di vaccinare i fragili, ci possono essere le condizioni per misure meno restrittive come quelle da zona gialla». Anche i Cinquestelle puntano su maggio per riaprire bar e ristoranti, ipotizzando a metà del mese la possibilità che possano lavorare anche la sera.
In pressing per riaprire ci sono da giorni anche le regioni. "C'è uno scollamento tra una fetta importante della popolazione e le istituzioni. Se nei prossimi giorni si fa un piano di riapertura per alcune attività, credo sia la strada corretta. Ma se si vuole tenere blindato tutto un altro mese si rischia di perdere la battaglia contro il virus» dice Fedriga che giovedì riunirà la Conferenza delle Regioni anche per definire le linee guida per le riaperture. Ma tra le Regioni è lite dopo che De Luca ha rinnovato la volontà di vaccinare gli abitanti delle isole per rilanciare il turismo, un’ipotesi sostenuta dal ministro del turismo Massimo Garavaglia secondo il quale «se non lo facciamo noi lo fanno altri e lo svantaggio diventerà enorme». «Lavoriamo per perseguire questo obiettivo prioritario per il rilancio del comparto, non chiederemo l’autorizzazione a nessuno» dice il governatore campano. Lo stop arriva dal ministro degli Affari regionali Mariastella Gelmini - «ci sono delle priorità che devono essere rigorosamente rispettate» - e soprattutto da Figliuolo, che oggi è stato a palazzo Chigi. Un messaggio che vale anche per Attilio Fontana che ha promesso di proseguire le vaccinazioni per gli insegnanti che si erano prenotati e per chi, come il Lazio, vuole utilizzare il siero di Johnson&Jonhson per immunizzare il personale nelle carceri: si deve procedere «in maniera uniforme» secondo quanto previsto dal piano, mettendo «al sicuro le persone fragili e le persone di età più avanzata». Prima si fa questo e «prima si potrà procedere a vaccinare le categorie produttive». Contro De Luca anche il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, secondo il quale «non possono esserci località turistiche privilegiate». Tensioni che rischiano di avere l’unico effetto di allontanare l’obiettivo primario: vaccinare gli anziani, liberare gli ospedali e riaprire il paese.
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