L'ex europarlamentare Sonia Alfano, prima presidente della Commissione europea antimafia, ha rassegnato con effetto immediato le “irrevocabili dimissioni da liquidatore” della società mista TirrenoAmbiente e da “custode giudiziario” della discarica di Mazzarrà, sottoposta dal 2014 a sequestro giudiziario. Alfano, con una lettera circostanziata ai soci della TirrenoAmbiente in liquidazione, al sindaco di Mazzarrà, ma anche al Prefetto di Messina ed alla Procura di Barcellona, che nel 2014 aveva ordinato il sequestro del sito, spiega le ragioni che hanno causato di fatto «l'impossibilità di esercitare il suo ruolo di liquidatore», tanto da spingersi, a conclusione della lettera di dimissioni, ad affermare che: «sin da subito» si rende «disponibile, con particolare riferimento all'Autorità giudiziaria ed investigativa, per ogni chiarimento che possa essere ritenuto utile, e con ogni precisazione che potrà essere fatta sulla scorta di risultanze documentali». Parole inequivocabili. La stessa liquidatrice dimissionaria parla delle «complessità delle questioni che oggi mi costringono a rimettere il mio mandato, certo tra queste assume particolare significatività la concretizzata volontà del socio di maggioranza, nel caso di specie il Comune di Mazzarrà, di disconoscere, senza un apparente motivo, atti ed accordi che erano stati espressamente pattuiti (atti che pur non rivestendo per la mia carica carattere di obbligatorietà ho ritenuto di dover condividere ed accompagnare per dovere istituzionale, così come ho sempre fatto a fronte di scelte strategiche importanti) nell'esclusivo interesse della società la quale, giova ribadirlo, si trova in questo momento a gestire una situazione a dir poco incandescente».
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