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Il comandante di Mazara ferito in mare al figlio "Sto bene". Atteso il rientro in Sicilia

«Sto bene, non preoccuparti». Una telefonata di pochi minuti per rassicurare il figlio e confermare che presto sarà a Mazara del Vallo con tutto il suo equipaggio

Mazara del Vallo

«Sto bene, non preoccuparti». Una telefonata di pochi minuti per rassicurare il figlio e confermare che presto sarà a Mazara del Vallo con tutto il suo equipaggio. È arrivata a tarda notte la telefonata che il giovane armatore Alessandro Giacalone aspettava da ore.

Solo dopo le 23 ha avuto la possibilità di sentire suo padre Giuseppe, il comandante del peschereccio Aliseo rimasto ferito al braccio e alla testa ieri per i colpi d’arma da fuoco sparati da una motovedetta della Guardia Costiera libica.

«Sono stati pochissimi minuti trascorsi al telefono satellitare di bordo, durante i quali, dalla voce di mio papà, ho potuto constatare che stava bene e che era rimasto ferito solo lievemente», dice il figlio all’ANSA. A soccorrerlo a bordo sono saliti i medici militari della fregata Libeccio della Marina Militare.

«Mio papà mi ha riferito che i colpi d’arma da fuoco sono stati sparati ad altezza d’uomo - spiega Alessandro Giacalone - e la prova è il fatto che alcuni vetri della cabina di comando sono andati in frantumi. I cocci lo hanno colpito alla testa, mentre un proiettile lo ha ferito di striscio a un braccio».

L’Aliseo in queste ore sta facendo rotta verso il porto di Mazara del Vallo dove dovrebbe arrivare all’alba di domani. A bordo i sette uomini d’equipaggio, compreso il comandante: cinque sono italiani, due tunisini.

Il motopesca era uscito venti giorni fa per una lunga battuta di pesca del gambero rosso. La zona dove ieri è avvenuto l’abbordaggio da parte della motovedetta libica è particolarmente pescosa, battuta dai pescherecci della marineria mazarese.

«È assurdo che i pescatori siciliani debbano correre il rischio, persino, di perdere la vita andando nel Mare Mediterraneo per portare un pezzo di pane a casa - ribadisce intanto sulla vicenda - il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci - È assurdo che il governo italiano non abbia ancora avvertito la necessità di chiudere questa partita con il governo libico, una partita aperta da oltre cinquant'anni. È assurdo che si debba continuare a penalizzare un’economia, nel Sud Italia, sul banco di interessi molto più grandi, spesso inconfessabili».

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