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Fine della corsa per il vaccino italiano Reithera? Bocciato dalla Corte dei Conti

La Corte dei Conti ha bloccato i fondi per ReiThera, il vaccino italiano in produzione a Castel Romano. La biotech laziale che sta lavorando al vaccino di produzione italiana non riceverà gli 81 milioni messi in campo nel gennaio scorso da Invitalia.

E dunque, il progetto rischia davvero di arenarsi e di non terminare la propria sperimentazione. Infatti, senza la copertura finanziaria, l'azienda non potrà proseguire con la fase 3 della sperimentazione e nè potrà avere l'autorizzazione all'uso. La sperimentazione di ReiThera ha appena completato la fase due con una sperimentazione su circa mille volontari.

L'iter dei fondi

Ufficialmente i fondi di Invitalia sono fermi per una questione burocratica, ovvero attendono l'ok della Corte dei conti. Invitalia ribadisce all'AGI ciò che aveva già spiegato precedentemente in una nota, e cioè che non c'è nulla di strano nei tempi avendo stipulato un contratto di sviluppo. Con Reithera - si spiegava nella nota - "è stato sottoscritto un Contratto di Sviluppo, un incentivo governativo da anni disponibile per sostenere gli investimenti produttivi e in ricerca e sviluppo delle aziende italiane che decidono di investire nel nostro Paese".

Il Contratto di Sviluppo è una procedura a sportello e finanzia le proposte inviate dalle aziende e ritenute meritevoli, secondo una procedura di legge: non è prevista, pertanto, né la pubblicazione di un bando né di una gara. "La Commissione europea - proseguiva la nota - ha approvato il contributo fornito dallo Stato a Reithera giudicandolo compatibile con le norme sugli aiuti di Stato. La proposta di Reithera è stata ritenuta meritevole di essere finanziata dal governo e da Invitalia.

L'investimento ha l'obiettivo non solo di supportare le fasi successive della sperimentazione del candidato vaccino ma anche di realizzare un sito produttivo sul nostro territorio che potrà essere, nel tempo, utilizzato per lo sviluppo e la produzione di farmaci". L'azienda di biotech riceve periodicamente rassicurazioni sul destino di quei finanziamenti, ma intanto le casse restano vuote.

Lo Spallanzani si sfila, anzi no

Ma c'è un altro aspetto che ha portato il vaccino Reithera in cima alla cronaca recente. Tra i 26 centri coinvolti nella messa a punto del siero, l'Istituto per le malattie infettive di Roma, Lazzaro Spallanzani era il nome più altisonante. Il coinvolgimento era tale che quello di Reithera era diventato per tutti "il vaccino dello Spallanzani".

Ma nella sperimentazione il nome dell'ospedale non compare. La spiegazione è che il nosocomio ha partecipato attraverso un "coordinating investigator", e cioè una figura dello Spallanzani che ha contribuito alla redazione del protocollo", spiegano all'AGI fonti di Reithera.

Il fatto che poi lo Spallanzani "non abbia partecipato attivamente alla sperimentazione nel reclutamento dei volontari non ha avuto impatto sull'avanzamento del trial che è iniziato il 15 marzo 2021 e procede spedito".

Insomma, la sperimentazione potrebbe continuare anche senza lo Spallanzani, se ci fossero i fondi. Un condizionale che genera amarezza perché, sostengono fonti vicine alla sperimentazione, il vaccino funziona ed è un peccato mollare alla fase 3.

Cosa farà il Governo ora?

Ora bisognerà capire come intenderà proseguire il governo ed in particolare il ministero dello Sviluppo Economico che aveva approvato il cofinanziamento a gennaio. La Corte dei Conti è stata chiara sottolineando che l'investimento è illegittimo e, dunque, nullo.

 

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