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Covid, primo report sull'effetto dei vaccini: crollo di decessi e casi

Sono più che confortanti i dati che arrivano dal primo report nazionale dell’Istituto superiore di Sanità (iss) e del Ministero della Salute sull'efficacia dei vaccini. Lo studio rivela che nelle persone immunizzate il rischio di infezione da Sars-CoV2, di ricovero e di decesso, diminuisce progressivamente dopo le prime due settimane. A partire dai 35 giorni dall’inizio del ciclo vaccinale si osserva una riduzione dell’80% delle infezioni, del 90% dei ricoveri e del 95% dei decessi sia negli uomini che nelle donne e in persone di diverse fasce di età. L’analisi è stata fatta sui dati a partire dal 27 dicembre 2020 (avvio della campagna vaccinale) al 3 maggio 2021, relativi a 13,7 milioni di persone immunizzate.

Emerge anche che il 95% delle persone vaccinate con Pfizer o Moderna ha completato il ciclo ricevendo le due dosi, mentre per il vaccino AstraZeneca nessuna delle persone incluse nello studio aveva ricevuto il ciclo completo. "Questi numeri confermano l’efficacia della campagna vaccinale e la necessità di raggiungere presto alte coperture in tutta la popolazione per uscire dall’emergenza grazie a questo strumento fondamentale», ha commentato il Presidente dell’Iss Silvio Brusaferro. Tuttavia, anche se è arrivato il momento di tirare il fiato, gli scienziati avvertono che l’ora è delicata e non si può abbassare la guardia. «La curva sta scendendo bene, ma non avrei fatto l’azzardo di togliere la quarantena per chi arriva dall’estero: dobbiamo temere la contagiosità delle varianti. Non solo, ho anche timore dei tamponi fatti 48 ore prima di viaggiare, chi ci dice che cosa è successo nelle 24 ore che precedono la partenza? Dobbiamo stare molto attenti, i numeri sono positivi ma da fuori potrebbero arrivarci brutte sorprese», ha detto all’ANSA Massimo Ciccozzi, professore di Epidemiologia all’Università Campus Biomedico di Roma. Ribadendo che «adesso per abbassare il numero dei decessi è assolutamente importante vaccinare tutti gli over 70».

Fascia d’età maggiormente colpita dal virus, ma in 2 milioni risultano non ancora vaccinati neppure con la prima dose. «Ai numeri forniti oggi dall’Iss - ha sottolineato Ciccozzi - se ne aggiungono altri ugualmente rassicuranti: nella settimana 5-11 maggio, rispetto a quella precedente, c'è stato un calo dei decessi del 15,4%, un meno 15,1% di occupazione delle terapie intensive, una riduzione del 17,8% dei ricoveri e -19% dei nuovi casi di contagio. Questo vuol dire che la curva sta andando giù su tutti i fronti». Secondo l’epidemiologo le ragioni di questo andamento stanno sia nelle vaccinazioni, che nei comportamenti delle persone, che hanno avuto paura delle riaperture e hanno tenuto comportamenti corretti. Così come i locali che sono tornati in attività si sono attenuti ai protocolli.

E proprio per questo Ciccozzi ha invitato tutti alla cautela: «Non roviniamo tutto adesso, serve ancora molta prudenza, specie per le varianti. Basta guardare a quello che stanno facendo i britannici: hanno ridotto i tempi del richiamo di Astrazeneca perchè la variante indiana è molto contagiosa e potrebbe rappresentare un problema nonostante l’alta percentuale di persone immunizzate nel Regno Unito». Insomma, i dati parlano positivo ma le misure di contenimento non si possono abbandonare. «Sappiamo che a questo virus il caldo non piace, però la mascherina la dovremo portare pure in estate - ha concluso Ciccozzi - certo non mentre prendiamo il sole in spiaggia, ma se ci alziamo per andare al bar sì. E anche tra vaccinati, senza mascherina è meglio fare una passeggiata all’aperto tenendo la distanza ed evitare posti al chiuso, poichè non è ancora chiaro quali sono i danni che lascia un Covid anche lieve nell’organismo. Dobbiamo avere pazienza fino ad ottobre, mancano pochi mesi e ne saremo fuori».

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