Se il suo peschereccio non verrà dissequestrato in tempi brevi, ha annunciato l'intenzione di volersi incatenare davanti la Capitaneria di porto di Mazara del Vallo. Per il comandante dell'Aliseo, Giuseppe Giacalone, rimasto ferito dopo che la sua imbarcazione è stata mitragliata il 6 maggio scorso da una motovedetta libica, quello che potrebbe verificarsi è una beffa oltre che il danno. Perché da mercoledì il motopesca dovrebbe essere già nelle acque maltesi per un nuovo lavoro.
La società dell'armatore Alessandro Giacalone (figlio del comandante), infatti, ha già firmato, mesi addietro, un contratto con una società di Malta per il traino delle gabbie di tonni. E per questo dovrebbe essere impiegato proprio il motopesca 'Aliseo'. Il mezzo, però, è ormeggiato al porto di Mazara del Vallo, in attesa che il Ris dei carabinieri effettui alcuni sopralluoghi tecnici su delega della Procura di Roma che ha aperto un'inchiesta dopo il mitragliamento da parte della Guardia Costiera libica. "Rischiamo di perdere tutto e pagare le penali se non ottemperiamo al contratto - ha detto il comandante Giacalone - tutto il mio equipaggio ha necessità di lavorare e non possiamo permetterci di stare fermi".
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