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Nessuna regione cambierà colore prima del 7 giugno, Calabria e Sicilia in giallo almeno per un altro mese

All’inizio di giugno ci potrebbe essere un nuovo tagliando alle misure approvate dal Consiglio dei ministri di lunedì e, se la curva del virus continuerà la sua discesa, potrebbero essere rivalutate alcune scelte fatte. Con il nuovo decreto in vigore nelle prossime ore, che posticipa il coprifuoco alle 23 per poi cancellarlo definitivamente dal 21 giugno e definisce il nuovo programma delle riaperture, il governo guarda agli scenari delle prossime settimane. E le Regioni, dopo aver ottenuto il cambio dei parametri che definiscono i colori delle zone, hanno già individuato il nuovo fronte sul quale concentrare il pressing: superare quel sistema dei colori che dallo scorso novembre regola la vita di milioni di italiani.

L’ipotesi di una nuova verifica tra la fine di maggio e l'inizio di giugno è stata messa sul tavolo nel corso della cabina di regia con il presidente del Consiglio Mario Draghi, ma non si sarebbe parlato né dei possibili interventi né - tantomeno - di date precise. Anche perché il premier è stato chiaro: dobbiamo procedere con gradualità per capire quali sono le attività che più incidono sull'aumento dei contagi. E che resti questa la linea che verrà seguita anche per le decisioni future, Draghi lo ha ribadito anche oggi a margine del vertice sull'Africa al quale ha partecipato a Parigi. Il Covid ci ha dato «lezioni severe e tremende» ha detto sottolineando che l'unica strategia possibile è proseguire con «la vaccinazione, che ha considerevolmente migliorato la situazione», e con "l'osservanza delle regole, dei protocolli di distanziamento, delle mascherine e tutto quello che abbiamo imparato a fare in questo anno e mezzo». Niente corse in avanti, dunque, ma valutazioni ponderate e graduali sulla base dei dati scientifici. Anche perché con il nuovo decreto sono già stati decisi una serie di interventi che hanno anticipato la ripartenza di alcuni settori rispetto a quanto deciso ad aprile: le palestre riapriranno lunedì 24 maggio e non il 1 giugno, i centri commerciali nel week end già da sabato 22, i parchi tematici il 15 giugno e non il 1 luglio, i ristoranti al chiuso potranno lavorare anche la sera e non solo a pranzo dal 1 giugno.

Un approccio che ha condiviso ufficialmente anche il leader in pectore dei cinquestelle Giuseppe Conte. «Chi farnetica di scorciatoie o di facili soluzioni sta pensando ai sondaggi e non al bene del paese" scrive l’ex premier in un post rivolgendosi, senza citarlo, a Matteo Salvini. «Chi lavora senza proclami su traiettorie percorribili non è un 'rigoristà ma uno che tiene davvero all’Italia. Per riaprire e non tornare indietro è necessario procedere con adeguata gradualità». Il centrodestra è però già tornato alla carica. Lo ha fatto proprio Salvini subito dopo la cabina di regia e lo ha ribadito il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani chiedendo ufficialmente la «nuova verifica» per anticipare aperture e cancellazione del coprifuoco. Il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ha invece annunciato che il governo potrebbe prevedere l’utilizzo del green pass riaprire le discoteche, l’unico settore che per il momento non ha un’indicazione di quando potrà ripartire. «E' l’unica via di fuga rispetto ad una situazione indefinita». Un pressing che è già partito anche da parte dei governatori. Nel documento approvato dalla Conferenza delle Regioni in cui sono riportati i nuovi parametri, i presidenti ribadiscono infatti che «la proposta di revisione deve essere considerata transitoria, per arrivare in tempi rapidi ad un superamento del sistema a zone». Con il decreto, conferma il presidente delle Regioni Massimiliano Fedriga si è fatto un «passo avanti molto importante» anche se è chiaro «che bisogna continuare a lavorare e migliorare le cose». Tra le regioni è partita anche la corsa per passare in zona bianca, dove si entra con un rischio basso e un’incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti mantenuta per 3 settimane consecutive. Stando alle norme in vigore, però, prima del 7 giugno nessuna potrà andarci: il primo monitoraggio nel quale tre regioni - Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna - hanno dati da bianca è quello del 14 maggio. A partire da quella data, le tre settimane scadono venerdì 4 giugno e dunque, le successive ordinanze del ministro della Salute Roberto Speranza dovrebbero scattare dal 7 giugno. Altre tre, Abruzzo, Veneto e Liguria, dovrebbero avere l’incidenza da zona bianca a partire dal monitoraggio che arriverà venerdì e per loro il passaggio, se manterranno il dato, dovrebbe avvenire il 14 giugno.

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