A partire dallo scorso mese di febbraio per i contagi sul lavoro da Covid-19 sembra delinearsi un’inversione di tendenza rispetto al trend osservato nelle fasi precedenti della pandemia. Se la sanità e assistenza sociale negli ultimi tre mesi scende sotto la soglia del 55% dei casi codificati riposizionandosi sugli stessi livelli dell’estate 2020, grazie all’efficacia delle vaccinazioni che hanno coinvolto in via prioritaria il personale sanitario, altri settori produttivi registrano incidenze di contagi professionali in crescita pur rilevando, rispetto alla seconda ondata, un calo in termini di valori assoluti.
È il caso, in particolare, dei trasporti, dei servizi di alloggio e ristorazione, del commercio e dei servizi di informazione e comunicazione, che tra febbraio e aprile raccolgono complessivamente circa il 25% dei casi, contro il 6% della prima ondata, il 18% del periodo estivo e l’8% della seconda ondata. Il trend confermato dall’analisi per professione dell’infortunato. Come rileva il 16esimo report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail questo trend è confermato dall’analisi per professione dell’infortunato.
L’incidenza sul totale dei contagi della categoria dei tecnici della salute, prevalentemente infermieri, è passata infatti dal 39,1% del primo periodo di lockdown, fino a maggio 2020 compreso, al 23,3% del successivo quadrimestre giugno-settembre, per poi ritornare al 39,3% nel periodo ottobre 2020-gennaio 2021 e scendere tra febbraio e aprile di quest’anno al 26,0%. Analogo l’andamento delle infezioni dei medici, scese dal 10,1% della prima fase della pandemia al 5,5% di quella “post lockdown”, per poi registrare l’8,6% nella seconda ondata dei contagi e passare al 4,7% nell’ultimo trimestre analizzato. Al Sud gli aumenti percentuali maggiori su base mensile.
Prendendo in considerazione solo l’ultimo mese di rilevazione, la provincia che registra il maggior numero di infezioni di origine professionale è quella di Roma, seguita da Milano, Torino, Napoli, Firenze, Palermo, Genova e Venezia. Le province che in aprile hanno avuto gli aumenti percentuali più consistenti rispetto alla rilevazione di marzo sono però quelle di Matera (+21,3%), Vibo Valentia (+15,4%), Reggio Calabria (+14,3%), Lecce (+13,6%), Ragusa (+12,2%), Caltanissetta (+11,5%), Agrigento (+11,3%), Brindisi (+9,5%) e Firenze (+9,3%). Per la Sicilia novembre 2020 il mese nero per in contagi sul lavoro.
Rispetto alla data di rilevazione del 31 marzo 2021, le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 sono aumentate di 313 casi (+6,4%), di cui 182 avvenuti ad aprile, 50 a marzo, 14 a febbraio e 36 a gennaio del 2021, con i restanti riconducibili a mesi precedenti. L’aumento ha riguardato tutte le province ma più intensamente in termini relativi quelle di Ragusa, Caltanissetta e Agrigento. La distribuzione dei contagi per genere evidenzia che la quota maschile è superiore a quella femminile, in controtendenza rispetto al dato medio nazionale. L’analisi nella regione per mese dell’evento individua novembre 2020 come il mese più critico per le denunce, concentrando il 27,1% dei 5.200 casi pervenuti dall’inizio dell’epidemia, seguito da ottobre, gennaio 2021 e dicembre scorso. L’andamento regionale dei contagi denunciati è analogo a quello nazionale ma ne differisce per intensità: sensibilmente inferiore alla media italiana in occasione della prima ondata, superiore nella seconda e fino ad aprile 2021.
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