Nel 29esimo anniversario della strage di Capaci, il dolore dei familiari delle vittime è immutato. «Gli anni passano, ma il tempo non aiuta, al contrario si prende sempre più consapevolezza di quella mancanza. Forse perché si va avanti nell’età, forse perché in questi anni abbiamo avuto una verità non vera e una giustizia non giusta, o semplicemente perché come diceva la mia mamma il dolore nel tempo diventa tuo compagno di vita»: Così Matilde Montinaro, sorella di Antonio, il salentino capo scorta di Giovanni Falcone. «Mi auguro - auspica Montinaro - che la memoria di questi 29 anni , che per un gioco strano del destino sono l’età che aveva Antonino quel 23 maggio del 92, si trasformino ogni giorno in impegno e responsabilità. Il giudice Livatino diceva che scegliere è una delle cose più difficili che si è chiamati a fare. Io aggiungo che Non esistono le mezze misure perché quando troviamo il coraggio di farlo noi costruiamo una società più giusta, perché il coraggio è come la paura e come diceva Antonio, la paura è un sentimento umano. Chi ha paura ama, chi ha paura piange, chi ha paura soffre, è la vigliaccheria che non si capisce». «Finora è stata raccontata una verità non vera», ha rincarato la dose Maria Falcone, sorella del compianto magistrato. «Abbiamo raggiunto le scuole di tutta Italia con la didattica a distanza, abbiamo fatto parlare i ragazzi di lotta alla mafia. Oggi ci mancano oggi in questa aula, ci manca soprattutto quella loro presa di possesso della città».
Il presidente del Sanato Elisabetta Casellati: “Non c'è generazione che non conosca il suo nome”
«In tutti questi anni Falcone è diventato sinonimo di giustizia e libertà dalle mafie: non c'è generazione che non conosca il suo nome, non c'è angolo del Paese dove la sua storia non abbia scosso le coscienze. Oggi, ancora più di ieri, la sua memoria ci deve spronare nell’azione di contrasto alle mafie. Per impedire che intralcino la rinascita del Paese, che mettano le mani sui fondi per la ricostruzione o che approfittino della fragilità del nostro tessuto sociale ed economico, provato dalla crisi pandemica.Dove una famiglia è in difficoltà o un’azienda è in crisi, lo Stato deve arrivare prima della criminalità organizzata.È questo il vero impegno morale che il Paese ha nei confronti di Giovanni Falcone e di tutti i martiri caduti come lui in nome della legalità»
Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese: “La mafia non ha confini”
«La mafia non ha confini, nelle realtà del nord ci sono organizzazioni criminali molto estese e in questo periodo Covid si sono inserite nei circuiti di illegalità di economia legale, come i settori di economia agro-alimentare e sanità. Molte volte si presentavano a coloro che non avevano disponibilità di risorse come una sorta di Welfare alternativo».
Il ministro della Giustizia Marta Cartabia: “Falcone aveva intuito che occorreva lavorare a livello internazionale”
«Il lavoro di Falcone fu straordinario: andare alla ricerca della forza economica della mafia lo portò a sviluppare la consapevolezza che occorreva lavorare a livello internazionale. Quando venne al ministero nel '91 iniziò la fase di cooperazione internazionale, fu un periodo breve ma fecondissimo. A livello europeo, fu Falcone il primo a intuire che occorreva una protezione penale degli interessi finanziari. Tra qualche settimana prenderà avvio la Procura europea, una istituzione dell’Ue, anche qui troviamo un lascito di Falcone»
Il presidente di Anci Sicilia Leoluca Orlando: “Non c'è sviluppo e progresso civile senza legalità”
«Non c'è sviluppo e progresso civile senza legalità - ha concluso Orlando - ed è per questo che non dobbiamo abbassare la guardia nei confronti della criminalità organizzata e dei suoi tentacoli che vanno debellati con il contributo di tutti: istituzioni, imprese, sindacati e società civile».
Il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi: “Legalità significa rispetto e amore”
«Legalità vuol dire rispetto, amore per gli altri e per il nostro paese: questo è il significato della giornata di oggi. E farlo oggi, in un momento in cui il paese sta ripartendo è ancora più importante: si riparte nel segno della legalità, del rispetto e del rifiuto di ogni forma di violenza. Si riparte dai ragazzi, dai bambini e dalla bambine. Bisogna riportare la scuola al centro del paese. Non più speranze, ma fatti concreti».
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