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Mottarone, il Pm: “Dramma figlio di una condotta sconsiderata. C'era rischio fuga dei tre indagati”

All’emergere di nuovi elementi indagini su freni e cavo

Procedono «su due binari» le indagini sull'incidente alla funivia del Mottarone. Lo afferma in una video intervista all’Ansa il capitano Luca Geminale, comandante della compagnia carabinieri di Verbania. «Un binario è quello relativo ai freni, al quale in qualche modo abbiamo messo un punto - osserva - Adesso c'è il secondo binario, che riguarda la rottura del cavo». Una attività «un bel po' più complessa, che prevede più fasi, più tipologie di analisi: documentale, del posto, tecniche - precisa - È chiaro che all’emergere di nuovi elementi potrebbe esserci la conseguente iscrizione di altre persone tra gli indagati».

Intanto, il procuratore della Repubblica di Verbania, Olimpia Bossi, con il sostituto Laura Carrera stanno completando in queste ore la richiesta di convalida del fermo dei tre indagati per il disastro della funivia del Mottarone, costato la vita a 14 persone. La richiesta deve essere depositata entro 48 ore dal fermo, che scadono nella notte di oggi.

Parla il pm

Sottolineano la «sconsiderata condotta» che «ha determinato» la «morte di quattordici persone e lesioni gravissime a un minore di cinque anni» i magistrati della procura di Verbania nel decreto di fermo che ha portato in cella tre persone, tra cui il gestore della funivia del Mottarone, per l’incidente di domenica scorsa. I pm rilevano che "in caso di accertato riconoscimento» delle responsabilità la «pena detentiva sarebbe «elevatissima».

Pericolo di fuga

Per la procura di Verbania che indaga sull'incidente del Mottarone, «sussiste il pericolo concreto e prevedibilmente prossimo della volontà degli indagati di sottrarsi alle conseguenze processuali e giudiziarie delle condotte contestate, allontanandosi dai rispettivi domicili e rendendosi irreperibili». Lo si legge nel decreto di fermo disposto nei confronti di Luigi Nerini, Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, rispettivamente amministratore unico, direttore di esercizio e capo servizio della funivia crollata domenica scorsa causando la morte di quattordici persone.

Stop della funivia per motivi economici

Gabriele Tadini, capo servizio della funivia del Mottarone, «ha ammesso di avere deliberatamente e ripetutamente inserito i dispositivi blocca freni (forchettoni), disattivando il sistema frenante di emergenza». Una condotta «di cui erano stati ripetutamente informati» Enrico Perocchio e Luigi Nerini, direttore di esercizio e amministratore di Ferrovie del Mottarone, che«avvallavano tale scelta e non si attivavano per consentire i necessari interventi di manutenzione che avrebbero richiesto il fermo dell’impianto, con ripercussioni di carattere economico». Lo sostiene la procura di Verbania nel decreto di fermo dei tre.

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