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Vaccino Pfizer: efficace contro casi gravi al 97,4%. Casi dimezzati in famiglia - I DATI

Studio su medici e infermieri, pubblicato su The Lancet

Dai risultati di uno studio condotto in Qatar, emerge che il vaccino Pfizer è efficace al 97,4% contro i casi gravi di Covid, contro il rischio cioè di finire in terapia intensiva o al cimitero». Lo ha reso noto Massimo Galli, direttore del Reparto di Malattie Infettive all’ospedale «Sacco» di Milano, ai microfoni di «Agorà» su Rai3. Dallo stesso studio, ha spiegato Galli, si evince che «14 giorni dopo il richiamo il vaccino Pfizer è efficace all’89,5% contro la variante inglese e al 75% contro la variante sudafricana».

Vaccino Pfizer: la prima dose protegge dall'infezione al 70%

Dopo i dati sulla protezione dalla malattia, arrivano dati sull'efficacia del vaccino della Pfizer/BioNTech nel prevenire il contagio e indicano che la protezione è del 70% 21 giorni dopo la prima dose e sale all’85% a una settimana dalla seconda dose. Pubblicata sulla rivista The Lancet, la ricerca è stata condotta fra dicembre 2020 e l’inizio di febbraio 2021 fra più di 23.000 medici e infermieri attivi in 104 centri britannici, quindi in un periodo in cui la variante del virus sarsCoV2 più diffusa era quella inglese (B1.1.7).

«I nostri risultati forniscono una forte evidenza che la vaccinazione di adulti in età lavorativa può ridurre sostanzialmente l’infezione da SarsCoV2» e di conseguenza "potrebbe aiutare a ridurre la trasmissione dell’infezione nella popolazione", scrivono gli autori della ricerca, coordinata da Victoria Jane Hall, dell’Istituto britannico di sanità pubblica (National Institute for Health Research), e condotta in collaborazione con l’Università di Oxford.

I ricercatori osservano che, sebbene per consolidare questo primo risultato occorrano nuove analisi ripetute nel tempo, «la vaccinazione non elimina completamente il rischio di infezione e, pertanto, i dispositivi di protezione individuale e i test asintomatici regolari dovranno continuare a essere utilizzati fino a quando la prevalenza del virus SarsCoV2 sarà così bassa da ridurre il rischio di trasmissione». Nell’articolo viene citato un dato analogo, pubblicato in precedenza sul vaccino di Astrazeneca, per il quale risulta che l'efficacia nel ridurre la trasmissione dopo la prima dose è del 51%.

Una dose di vaccino dimezza la trasmissione in famiglia

Una singola dose di vaccino anti Covid può arrivare a dimezzare la probabilità di trasmissione del virus Sars-cov-2 in famiglia. A indicarlo è lo studio condotto su 24.000 famiglie nelle quali c'era stato un contagio da coronavirus dopo la somministrazione della prima dose. Condotto da Public Health England (l'Agenzia per la promozione della salute britannica), questo lavoro è uno dei primi a valutare la capacità dei vaccini di proteggere dalla trasmissione. Le famiglie sono tra i luoghi più probabili per la diffusione dell’infezione, anche perché le protezioni utilizzate nella vita quotidiana tendono ad essere abbassate. Lo studio ha esaminato proprio questo contesto particolarmente a rischio. I risultati, che devono ancora essere sottoposti alla revisione da parte della comunità scientifica, sono già stati rilanciati ampiamente dalla stampa britannica e mostrano come coloro che hanno ricevuto una prima dose di vaccini Pfizer o AstraZeneca e che sono stati infettati tre settimane dopo, avevano tra il 38% e il 49% in meno di probabilità di trasmettere il virus ai familiari rispetto ai non vaccinati.

E’ uno dei primi dati che indicano come i vaccini, oltre a proteggere da una forma grave di Covid-19, possano rallentare almeno in parte la trasmissione del virus. E’ di pochi giorni fa un altro lavoro pubblicato in preprint che ha mostrato che, in chi è vaccinato con una dose di vaccino AstraZeneca o Pfizer, il rischio di infettarsi con il Sars-Cov-2 è ridotto di circa i due terzi. I ricercatori dell’Università di Oxford insieme all’Office for National Statistics, hanno esaminato (tra dicembre 2020 e aprile 2021) oltre 373.000 persone adulte in Gran Bretagna scoprendo che 21 giorni dopo la somministrazione della prima dose, le infezioni da coronavirus sono diminuite del 65% (in particolare sono diminuite del 72% quelle sintomatiche e del 57% quelle asintomatiche). E l’effetto veniva potenziato con la seconda dose.

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