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Tragedia Mottarone, Tadini: "Ho messo il blocco al freno, fatto altre volte. Ma non sono un delinquente"

Ha ammesso di aver messo il ceppo blocca freno e di averlo fatto altre volte, Gabriele Tadini, il caposervizio della funivia del Mottarone, interrogato questa mattina nel carcere di Verbania dal gip Donatella Banci Buonamici. Difeso dall’avvocato Marcello Perillo, l’uomo ha spiegato che le anomalie manifestate dall’impianto non erano collegabili alla fune ed ha escluso collegamenti tra i problemi ai freni e quelli alla fune.

Il legale ha precisato che Tadini ha risposto «in maniera compiuta» all’interrogatorio approfondito del gip, ma il difensore non ha voluto parlare delle eventuali chiamate «in correità» che potrebbe aver fatto il tecnico. Tadini già nel primo verbale davanti ai pm aveva chiarito che la scelta di mettere i forchettoni ai freni, che andava avanti da tempo per il problema che si stava manifestando da oltre un mese, era stata avallata dal gestore, Luigi Nerini, e dal direttore di esercizio, Enrico Perocchi. Dopo gli interrogatori degli altri due fermati, che sono in corso, «il giudice - ha detto l’avvocato - ci convocherà qua nel pomeriggio per la decisione».

Il legale ha detto che Tadini davanti al gip ha sì ammesso l’uso dei blocchi alle ganasce del sistema frenante, ma si è «difeso sull'attività da lui svolta», soprattutto sul punto che non poteva sapere che la fune si sarebbe spezzata. Il problema «manifestato dalla centralina della pompa frenante» che bloccava la funivia, ha detto Tadini, «non è collegato assolutamente a quello della fune». La difesa ha fatto presente di aver contestato l’accusa di falso, imputata a Tadini assieme all’omissione dolosa aggravata dal disastro e all’omicidio e alle lesioni colpose, perché «lui non è pubblico ufficiale». Il falso riguarda la compilazione con «esito positivo dei controlli» nel «registro giornale» anche il giorno stesso della tragedia, malgrado sentisse dei «rumori». È distrutto, ha concluso il legale, «è banale e scontato dire che si scusa, sono morte persone innocenti».

Chiesti i domiciliari

La difesa di Gabriele Tadini ha chiesto al gip, al termine dell’interrogatorio, la misura degli arresti domiciliari, non la libertà. Il suo legale ha chiarito di non aver chiesto al giudice che non venga applicata una misura cautelare. Per contenere le esigenze cautelari, per la difesa, bastano i domiciliari.

Il direttore sconfessa Tadini: "Scelta scellerata, io non sapevo nulla"

«Non salirei mai su una funivia con ganasce, quella di usare i forchettoni è stata una scelta scellerata di Tadini». Lo ha detto al gip del tribunale di Verbania il direttore di esercizio della funivia del Mottarone, Enrico Perocchi, secondo quanto riferito dal suo legale, avvocato Andrea Da Prato.

Domani giornata di lutto

Per domani la Regione ha proclamato una giornata di lutto in tutto il Piemonte per le vittime della funivia del Mottarone. Il decreto firmato dal presidente della Regione, Alberto Cirio, invita la popolazione a osservare un minuto di silenzio alle 12 e gli enti pubblici piemontesi a unirsi nella manifestazione del cordoglio a una settimana dall'incidente. "Nulla può lenire il dolore, ma sentiamo il bisogno di ricordare in un modo solenne coloro che hanno perso la vita in questa follia. Il Piemonte non smetterà mai di stringersi alle loro famiglie e al piccolo Eitan", afferma il governatore Cirio.   Negli uffici regionali, in accordo con il Governo e con la Prefettura di Torino, la bandiera italiana e della Regione Piemonte, insieme a quella dell'Unione europea, saranno esposte a mezz'asta.

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