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Coronavirus: le e-mail di Fauci, il ribaltone sull'origine a Wuhan e la "terza teoria"

Anthony Fauci

Nuovo colpo di scena nel giallo sulle origini del coronavirus. Era il 31 gennaio del 2020 e un importante esperto di malattie infettive, Kristian Andersen (professore allo Scripps Research Institute), stava analizzando le caratteristiche genetiche del virus Sars-CoV appena emerso.
«Alcune caratteristiche sembrano (potenzialmente) costruite», scrive Andersen in una email a Anthony Fauci, segnalando di aver rilevato, insieme a altri scienziati «inconsistenze nel genoma rispetto a quelle previste in linea con la teoria evoluzionistica». E aggiunge: «Dobbiamo analizzarlo più attentamente, ci sono ulteriori indagini che devono essere fatte, perchè queste opzioni possono sempre cambiare». Infatti cambiarono.

Ma andiamo con ordine. L’email del 31 gennaio di Andersen è una delle oltre 3.200 pubblicate dal Washington Post e da BuzzFeed, ottenute ricorrendo al Freedom Information Act (Foia), la legge che in America consente a chiunque di accedere ai documenti delle agenzie federali seppure parzialmente censurati. Le email non dimostrano che il virus sia sfuggito da Wuhan, ma alimentano gli interrogativi sul perchè questa ipotesi sia stata così frettolosamente accantonata.

«L'interrogativo è estremamente legittimo - risponde Fauci - ma quello che sta succedendo è che sono diventato l’oggetto di incredibili e a mio avviso inappropriati, distorti, fuorvianti e veementi attacchi contro di me». Alcuni repubblicani fedelissimi di Donald Trump, come il senatore Josh Hawley, chiedono le dimissioni di Fauci. A sua difesa si leva il presidente Joe Biden che conferma di avere «molta fiducia» nel virologo di origini italiane.

Fauci ritiene (ora) importante verificare l’origine del Covid per scongiurare una nuova pandemia, Biden mette al lavoro gli 007 e chiede l’avvio di un’inchiesta internazionale indipendente. E Andersen a quanto pare cambia di nuovo idea: «consideriamo seriamente una possibilità di fuga da un laboratorio», twitta, «significativi nuovi dati, analisi estensive e molte discussioni portarono alle conclusioni della nostra ricerca. Quello che le email mostrano, è un chiaro esempio di come funziona il processo scientifico».

C'è un’altra email inviata a Fauci, datata 18 aprile 2020, che ha attirato l’attenzione dei suoi detrattori. E’ firmata da Peter Daszak, zoologo e presidente di EcoHealth Alliance, gruppo di ricerca partner dell’Istituto di virologia di Wuhan e tra i più critici sull'origine in provetta del Covid. Daszak scrive a Fauci: «Voglio solo inviarle un mio personale ringraziamento e a nome del nostro staff e dei nostri collaboratori per aver dichiarato pubblicamente che ci sono prove scientifiche a favore di un’origine naturale del Covid-19, con un passaggio dal pipistrello all’uomo, e non con una fuga dall’Istituto di Wuhan». Daszak è stato membro della delegazione dell’Organizzazione mondiale della sanità inviata in Cina per indagare sulle origini della pandemia, prima di venir rimosso per un evidente conflitto di interessi.
«Dal mio punto di vista, i suoi commenti sono coraggiosi e poiché arrivano dalla sua ascoltata voce, aiuteranno a dissipare i miti sulle origini del virus», scrive sempre Daszak a Fauci che il giorno successivo ringrazia cordialmente.

Fauci ha sempre sostenuto (fino a poche settimane fa quando non ha escluso che il virus possa essere sfuggito da un laboratorio) l’origine naturale del Covid-19. L’email di Andersen dimostra come Fauci, direttore dell’Istituto nazionale di malattie allergiche e infettive (Niaid), sapesse fin dall’inizio dei seri sospetti degli esperti sulla possibilità di un virus manipolato e sfuggito ai ricercatori del laboratorio di Wuhan dove tutto e cominciato. Non si capisce perchè non abbia chiesto subito un’indagine indipendente e perchè lo stesso Andersen, solo 4 giorni dopo l’email del 31 gennaio 2020, cambiò radicalmente idea, definendo «teorie strampalate» quelle di un Covid.-19 nato in provetta.

«Costruito può significare molte cose, può essere fatto per ricerche di base o per scopi nefasti, ma i dati dimostrano in modo conclusivo che nessuna di queste due cose è stata fatta», scrive lo scienziato in un commento su una lettera della 'National Academies of Science, Engineering, and Medicine» poi citata dalla prestigiosa rivista medica Lancet proprio come argomentazione contro la teorie su un’origine «artificiale» della pandemia.
Le domande si moltiplicano. Cosa è successo in quei quattro giorni? Come mai Andersen e altri suoi colleghi sono improvvisamente diventati così perentori sull'origine naturale del virus? I conservatori gridano al complotto, considerano le email di Andersen 'la pistola fumantè. Per Anthony Fauci, la bufera scatenata dai repubblicani sull'onda di quelle email «è un attacco alla scienza». «E' quello che è. Sono un personaggio pubblico, mi prendo le frecciate e le frustate. Il mio lavoro era quello di produrre il vaccino, utilizzando il mio istituto e questi scienziati di talento che abbiamo, finanziando varie università per ottenere un vaccino che fosse sicuro e altamente efficace. Abbiamo avuto successo. Tutto il resto è una terribile, infelice distrazione. E’ tutto un nonsenso», commenta su Msnbc.

Un documento divulgato dal Dipartimento di Stato lo scorso gennaio, negli ultimi giorni di Donald Trump alla presidenza, parla di «prove circostanziate» su una fuga dal laboratorio di Wuhan dove erano in corso esperimenti segreti sui virus (per renderli più contagiosi per l’uomo) per scopi militari. La direttrice del laboratorio di Wuhan, Shi Zhengli, nota anche come la «Bat Lady», ha sempre negato di lavorare per l’intelligence di Pechino.
Fauci insiste nel giudicare più probabile l’origine in natura del coronavirus.

Esiste una terza teoria, che potrebbe mettere tutti d’accordo. Alcuni esperti sostengono che agli scienziati dell’Istituto di virologia di Wuhan potrebbe essere sfuggito il virus di pipistrello che stavano studiando, cioè a dire che il Covid ha sì un’origine naturale, ma anche che è sfuggito dal laboratorio.
«E' facile ottenere delle conferme, o verifiche per qualsiasi teoria - diceva Karl Popper - se quello che cerchiamo sono appunto delle conferme». Tra meno di 90 giorni, al termine dell’inchiesta ordinata da Biden, forse potremmo saperne di più.

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