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Pediatri: ecco il decalogo che spiega perchè vaccinare gli adolescenti

Dieci risposte ad altrettanti "perché", pensate per far comprendere ai genitori dei ragazzi tra i 12 e i 16 anni, l’importanza di vaccinare i propri figli contro la Covid-19

Dieci risposte ad altrettanti "perché», pensate per far comprendere ai genitori dei ragazzi tra i 12 e i 16 anni, l’importanza di vaccinare i propri figli contro la Covid-19. Questo lo spirito del decalogo proposto dalla Federazione italiana medici pediatri (Fimp), presentato in occasione di un webinar formativo.

«Evitare una malattia pericolosa per sé e per gli altri, i rari decessi, i ricoveri per complicazioni, la sindrome Long-Covid, l’interruzione della frequenza scolastica e delle attività sociali, e poi contenere i contagi di parenti anziani e di compagni di scuola non vaccinati o non pienamente immunizzati, contribuire al controllo della pandemia e delle varianti del virus e infine creare consapevolezza dell’importanza che ciascuno faccia la propria parte anche tra gli adolescenti.

Queste - spiega il presidente Fimp Paolo Biasci - le nostre indicazioni per i genitori che si accostano con mille domande alla vaccinazione dei loro figli adolescenti. Con l'immunizzazione dei ragazzi ci guadagna la loro salute, quella dei nonni e dell’intera comunità». Vaccinare gli adolescenti è quindi fondamentale, dopo l’approvazione dell’uso del vaccino anti-Covid Pfizer anche per la fascia 12-16 anni, anche secondo Mattia Doria, Segretario nazionale alle Attività Scientifiche ed Etiche della FIMP. Le nuove varianti, sottolinea, «emergono laddove i tassi di copertura vaccinale sono bassi.

ùEd è ormai dimostrato che i minori si ammalano con la stessa incidenza degli adulti, pur con percentuali di gravità fortunatamente più basse, e che rappresentano una potenziale fonte di diffusione del virus in tutti gli ambiti di vita frequentati». Non va inoltre dimenticato, avverte il pediatra, «l'impatto psicologico che il primo lockdown totale e il secondo a singhiozzo dell’inverno scorso hanno avuto sui ragazzi. Dobbiamo mettere in atto tutte le misure che ci permettano di evitare che accada ancora: la vaccinazione è una di queste.

Tanto più vincente quanto più diffusa». Inoltre, «non dobbiamo mai abbassare la guardia sulle vaccinazioni dell’età pediatrica - dichiara Giorgio Conforti dell’Area Vaccini FIMP - non solo per Covid-19, ma per tutte le vaccinazioni del Calendario che nel primo lockdown hanno subito un crollo. Come ricordiamo anche nel nostro decalogo, proteggere i piccoli è proteggere l’intera comunità. Per farlo basta un vaccino».

I pediatri di famiglia «sono pronti a vaccinare i ragazzi tra 12 e 16 anni di età e avremmo voluto già iniziare ma, a tre mesi dalla sigla del Protocollo d’intesa nazionale, ancora non abbiamo le dosi di vaccino e in troppe Regioni mancano gli accordi attuativi" afferma all’ANSA Paolo Biasci, che lancia un appello alle Regioni: «Metteteci al più presto nelle condizioni di poter vaccinare. L’obiettivo è infatti arrivare a metà settembre alla riapertura delle scuole con i ragazzi vaccinati ma i tempi sono stretti. Bisogna agire subito».

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